VIETRI DI POTENZA – E’ in vendita, nelle principali libreria di Potenza, in edicola a Vietri e dall’autore, ed ora anche sul web, sul sito della Feltrinelli: sto parlando del libro del giovane autore vietrese, Raffaele MONTESANO, classe 1987, pubblicato, e presentato, da qualche settimana. Il titolo è “Notti d’Inchiostro”, edito da L’Espresso. Ma cerchiamo di capire, dalle parole dell’autore, di che tipo di libro si tratta, e come ha iniziato in questo “progetto”, se così posso chiamarlo.
Ecco le prime parole dell’autore: “Ho iniziato a scrivere racconti principalmente perché sentivo l’esigenza di voler sperimentare diversi modi di scrittura e trovare una sintesi che poi sarebbe diventata il mio stile personale -dichiara l’autore Raffaele Montesano- Venivo da anni intensi di scrittura poetica in cui avevo avuto modo di capire gli elementi stilistici che più mi sono congeniali, ora si trattava “solo” di trasportare questi elementi dalla poesia alla prosa”. Insomma, idee chiare, uno stile tutto suo. E continua: “L’idea di base era di partire da qualcosa di piccolo, il racconto, per arrivare gradualmente a qualcosa di più esteso, come il romanzo. Cosi iniziai a buttar già qualche abbozzo di trama, non tanto per il desiderio di raccontare storie, ma bensì per costruirmi una palestra letteraria in cui verificare e migliorare le mie conoscenze della lingua”.
(La copertina del libro di Raffaele Montesano, “Notti d’Inchiostro”)
Raffaele, perchè hai deciso di scrivere questo libro, cosa ti ha spinto a farlo?
“La motivazione che mi spingeva (e che mi spinge tuttora) in questo lavoro, l’ho ereditata dallo studio della musica: l’idea musicale nasce nel cervello e viene tradotta sullo strumento tramite le mani -aggiunge Montesano- più si fa pratica strumentale e più si migliora questo meccanismo di “traduzione” che dall’animo porta la musica ad uscire fuori. Quindi semplificando: più si hanno mani allenate e più si può esprimere meglio la propria musica”
Quindi, in fondo, eri sicuro di pubblicare questo racconto, sin dall’inizio?
“Avrei potuto tenere per me questi scritti fino a quando non fossi staso sicuro di aver raggiunto un buon livello tecnico; ma la scrittura – e l’arte in genere – non è fatta di virtuosismi retorici, l’arte è principalmente un trasmettere emozioni, è un parlare agli uomini consolandoli con l’unico mezzo possibile: l’empatia. Ho sempre cercato la pubblicazione dei miei lavori per il semplice motivo di verificare se in me ci fosse una qualche briciola di talento; se fossi in possesso di qualche emozione da poter regalare agli altri. La risposta a queste domande non può che venire da quanti mi leggeranno e che spero vorranno darmi il loro parere”.
Quali sono i tuoi generi, i tuoi idoli, insomma a chi cerchi di “imitare” per modo di dire, oppure prendi esempio?
“I racconti non hanno un genere ben definito, anzi, alcuni sono molto distanti tra di loro sia per contenuto che per resa narrativa, questo non è nient’altro che il frutto delle riflessioni esposte sopra: ricerca tecnica e narrativa”.
“Ho cercato di muovermi sia attraverso generi diversi – romantico, giallo, fantastico ecc. – sia attraverso stili diversi, le sperimentazioni più evidenti sono nell’uso della seconda persona singolare, tecnica poco usata dagli scrittori, (L’apparenza inganna e Andrea) e il racconto fumoso a sovrapposizione di concetti (Gente di Tiseiv) che ho mutuato da alcuni lavori di Baricco e di Marquez. Come linea generale, ho cercato di mantenere uno stile quanto più naturale possibile, asciutto e lineare, trovando esempi e insegnamenti sia da Alessandro Dumas che da Italo Calvino. Buona Lettura a tutti”.
A te invece, caro Raffaele, buona scrittura e un forte in bocca al lupo, con l’augurio di raggiungere i tuoi sogni ed obiettivi
Claudio Buono
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