Da Picerno a New York: si realizza il sogno degli studenti dell’Itis – Il racconto dello scambio culturale

I ragazzi dell’Itis di Picerno in visita a Buffalo e New York grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale, dei professori e soprattutto dell’illustre concittadino Donato Curcio di Buffalo

GLOBAL IDENTITY: FROM THE ROOTS TO THE WINGS 
PROGETTO DI SCAMBIO CULTURALE ITALIA USA

A cura di Marzia Verrastro

Venerdì 24 maggio la sveglia suona presto per i ragazzi dell’Itis di Picerno: inizierà il loro tanto atteso e desiderato viaggio di gemellaggio negli States. L’idea parte da un antico desiderio dei ragazzi di visitare la terra promessa e dei tanti italiani emigrati su un progetto dei professori dell’istituto Angela Perretta, Cosimo Zaccagnino, Nicola Salvatore, Filomena Caivano e la Dirigente A.M. Filomena Pinto. La traversata è davvero lunga, estenuante e piena di imprevisti: ma questo non smorza minimamente il loro entusiasmo! Ad accoglierli all’arrivo c’è il sig. Donato Curcio, picernese d’origine ma trasferitosi molti anni fa in America per lavoro, sarà proprio lui ad accompagnare tutto il gruppo nel soggiorno a Buffalo. Davvero emozionante la giornata del 25maggio: dopo la messa nella Chiesa di Sant’Antonio di Padova, i nostri ragazzi animano allegramente la tredicesima riunione della comunità sanfelese di Buffalo con musiche, balli in costume tradizionale, canti della cultura popolare picernese e gastronomia.

L’accoglienza è calda e affettuosa da parte della comunità che vede in questi ragazzi la proiezione della Terra abbandonata dai loro genitori, talvolta da loro stessi, per cercare fortuna in America. E’ un momento emozionante l’incontro tra il vecchio e il nuovo mondo.
Interessante la visita al ‘Roswell park’, centro ospedaliero d’eccellenza della ricerca contro il cancro di cui il signor Curcio è benefattore, come nella migliore tradizione americana. L’aria che si respira è di una meravigliosa solidarietà e dello spirito della ricerca come “missione” per aiutare il prossimo e realizzare così un mondo migliore, cosa che ha profondamente colpito i ragazzi. Molti gli incontri e i contatti con medici, ricercatori e studiosi, quasi tutti Italo-americani del sud dell’Italia.

Tra i momenti migliori trascorsi insieme però, c’è stata la celebrazione del “Memorial Day” festa nazionale americana per ricordare i caduti di tutte le guerre. Proprio come nella nostra migliore tradizione le feste si trascorrono in famiglia, i ragazzi trascorrono questa ,ospiti del signor Donato, come persone di famiglia. Queste le parole sulla soglia d’ingresso della sua casa. “You’re welcome; there are no strangers in the world, only friends we’ve never met yet” Non ci sono stranieri nel mondo, solo amici che non abbiamo ancora incontrato. Forte è la riflessione: un messaggio d’accoglienza ed apertura a tutti, proprio dello spirito americano ma senz’altro ispirato alla antica cultura lucana dell’accoglienza e dell’ospitalità. Ed è questo uno dei tanti insegnamenti che il signor Donato ha lasciato ai ragazzi: la grande apertura verso tutti e l’accoglienza, perchè come lui stesso dice: “non calpestate mai chi è in difficoltà, ma cercate sempre di aiutarlo”.

Grande accoglienza anche da parte della Hutch School di Buffalo, dove i ragazzi hanno avuto modo di frequentare le lezioni di coetanei americani e di apprezzare le notevoli differenze tra la scuola italiana e quella americana. Si studia insieme, si trascorrono ore liete a conoscersi, confrontarsi su tematiche di studio comuni. Ma quanta differenza!  Ma il sogno più grande per i ragazzi è quello di visitare la Grande Mela, ed è qui che dopo un viaggio “on the road” per lo Stato di NY arrivano il 29 di maggio: un sogno diventato realtà. La statua della libertà, il ponte di Brooklin, Elise island: così appariva l’America ai nostri tantissimi connazionali che arrivavano a NY dopo giorni di navigazione. L’emozione sale al massimo, li assale un sentimento tra l’eccitazione e la tristezza, il desiderio e la malinconia, la speranza e l’amarezza.

Persi tra i tantissimi grattacieli e le luci di una città che non dorme mai, un posto dove tutto sembra possibile si mescolano nel grande melting-pot dove la lingua non è più quella appresa tra i banchi di scuola ma realtà viva e quasi incomprensibile. Times Square, Madison Square Garden, Central Park, il Moma, il Metropolitan Museum, il Guggenheim Museum sono solo alcune delle attrazioni visitate in questi tre giorni, troppo pochi certamente per riuscire a vedere quanto di meglio offre questa città. Il ritorno in patria non è poi così triste consapevoli del fatto che “non bisogna piangere per ciò che è finito, ma sorridere perché è accaduto”.

Ma nulla sarà ormai più come prima. Appuntamento la prossima settimana con una mostra fotografica e il racconto dei ragazzi.

 

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