L’inchiesta era stata avviata da tempo da parte della Procura di Potenza, in merito alla macellazione abusiva di suini di provenienza illecita. Nel registro degli indagati –come riportato dal giornalelucano.com– finirono sette persone: un veterinario dirigente dell’Asl di Potenza (M.N. di 57 anni, ) tre veterinari in servizio nella stessa Asl (G.S. di 52 anni, F.E. di 59 anni e P.R. di 53 anni,) e tre imprenditori di Picerno (A.P. di 27 anni, M.P. di 50 anni e D.F. di 49 anni). Al centro dell’indagine c’erano documenti incompleti, modelli compilati in modo parziale, registri aziendali senza dati di riferimento. Alcuni animali non avevano il marchio d’identificazione (che ne attesta qualità e provenienza) ma venivano comunque destinati al macello. Altri “erano di dubbia provenienza” o avevano codici identificativi non corrispondenti. Quindi, o si eludevano i controlli o si dichiarava il falso. E’ arrivata nei giorni scorsi la notizia che, in seguito all’udienza preliminare relativa a questa indagine, tenutasi presso il Tribunale di Potenza, il Giudice per le udienze preliminari, la dottoressa Michela Tiziana Petrocelli, ha rinviato a giudizio i tre imprenditori di Picerno, e ha prosciolto i quattro veterinari dell’Asl, ora Asp. Dalle argomentazioni a difesa –aggiunge giornalelucano.com- risultava che l’indagine è stata avviata proprio dal Servizio Veterinario pubblico, che ha ritenuto di volersi avvalere della collaborazione dei carabinieri del Nas al fine di completare l’indagine stessa, per la parte che esulava dal proprio ambito di competenza. In particolare veniva richiesto dai veterinari al Nas di fare luce su movimentazioni sospette di suini, che avrebbero potuto alimentare, secondo la tesi dei sanitari, un’attività di macellazione clandestina che sfuggiva ad ogni controllo sanitario. Prosciolti quindi i quattro veterinari. Mentre è stato deciso il rinvio a giudizio per gli imprenditori di Picerno. [FONTE ARTICOLO – QUI]