Premesso che l’Arpab con nota del 5 febbraio 2014 ha comunicato l’esito delle analisi a seguito dei prelievi eseguiti presso le abitazioni della famiglia Oddone in contrada Campi e della famiglia Meliante in via Sotto il Calvario in Comune di Tito, in cui si riscontrano indicatori di idrocarburi totali espressi come “n-esano”. In seguito a questi risultati l’Asp con nota n. 19992 del 6 febbraio 2014 ha chiesto al Sindaco di disporre divieto di utilizzo dell’acqua solo per le citate abitazioni oggetto del prelievo. Considerato che i parametri chimici normati dal decreto legislativo 31/01, che definisce i requisiti di potabilità dell’acqua, sono sempre stati monitorati e ritenuti idonei dagli enti preposti alla gestione e al controllo dell’acqua per consumo idrico domestico. Verificato, pertanto, che le concentrazioni degli analiti emersi a seguito dei prelievi sopracitati non sono normati dal medesimo decreto 31/01, il tavolo tecnico interistituzionale presieduto dal vice presidente e assessore alla Sanità, Flavia Franconi, presente il sindaco del Comune di Tito, e composto da Dipartimento regionale Ambiente, Arpab, Asp e Acquedotto Lucano, concorda di dare mandato ai tecnici a ciò deputati di effettuare ulteriori tempestivi prelievi nei siti già esaminati per i valori normati e non, nonché di estendere il campionamento ai punti “prelievo” significativi della rete. Le risultanze analitiche saranno sottoposte alla ulteriore valutazione igienico-sanitaria dell’Istituto Superiore di Sanità (organo tecnico competente in materia) come già richiesto da parte dell’Asp. A solo scopo prudenziale, il Tavolo tecnico ha suggerito al Sindaco di Tito di disporre con apposita ordinanza il divieto dell’utilizzo dell’acqua potabile per le sole abitazioni nelle quali sono stati effettuati i prelievi sopracitati, non essendo gli stessi identificati come “punti prelievo”, ritenendo potabile, così come stabilito dal DLgs 31/01, l’acqua distribuita da Acquedotto Lucano.