Per almeno tre anni e mezzo Eni avrebbe smaltito in maniera illegale i rifiuti prodotti dal Centro oli di Viggiano, in combutta con alcuni imprenditori locali, tra cui il presidente di Confindustria Basilicata, uno dei “signori” della monnezza lucana, e il vertice di Sorgenia, la società energetica del gruppo De Benedetti. E’ il sospetto degli inquirenti dell’Antimafia potentina, Laura Triassi e Francesco Basentini, che ieri mattina hanno fatto “irruzione” nell’impianto della compagnia del cane a sei zampe nel capoluogo petrolifero della Val d’Agri. In contemporanea è spettato ai militari del Noe dei carabinieri notificare in Italia e all’estero 11 avvisi di garanzia nelle mani di altrettanti indagati per traffico illecito di rifiuti. Tra di loro c’è anche il responsabile del distretto meridionale dell’Eni, Ruggero Gheller, assieme ai vertici di Tecnoparco Valbasento, una società misto pubblico-privato nata per offrire servizi alle imprese dell’area di Pisticci (dall’altra parte della Regione), e diventata terminale di gran parte dei rifiuti prodotti dalle estrazioni di petrolio in Basilicata. Si tratta dei potentini Faustino e Michele Somma, padre e figlio, che è anche presidente degli industriali lucani. Poi ci sono il direttore Nicola Savino, e alcuni dei nomi che ritornano più spesso nelle società del loro gruppo, come Giulio Spagnoli e Nicola Savino, con un noto costruttore materano, Giovanni Castellano, titolare di un’impianto per lo smaltimento di fanghi industriali a Guardia Perticara, e già arrestato a dicembre dell’anno scorso nell’ambito di un’altra inchiesta dell’antimafia lucana sulla gestione dei rifiuti urbani del bacino “Potenza centro”. Quindi Gaetano Santarsia, commissario del consorzio per lo sviluppo industriale di Matera, presente in Tecnoparco con la quota di maggioranza relativa, e l’ex amministratore delegato di Sorgenia Massimo Orlandi,
Basilicata, blitz dell’Antimafia al Centro Oli di Viggiano. 11 indagati per traffico illecito di rifiuti
