Chiuse le indagini su droga, spaccio ed estorsione: 18 avvisi di garanzia anche tra Potenza, Tito, Picerno, Muro Lucano e Terzigno

POTENZA – Associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio ed estorsione. Sono le accuse contenute21679_4 nell’avviso di conclusione delle indagini che ieri è stato notificato a 18 persone coinvolte, a vario titolo, nell’ultima inchiesta dell’antimafia lucana sui giri di coca nel capoluogo e dintorni. Tra i clienti individuati dai militari del reparto operativo dei carabinieri di Potenza ci sono vari nomi noti, che di qui a qualche mese potrebbero sfilare in Tribunale. Gli investigatori hanno accertato oltre un centinaio di episodi di spaccio che sarebbero avvenuti sotto casa, come pure all’obitorio dell’ospedale San Carlo di Potenza, un luogo scelto evidentemente per la sua riservatezza. O in un bar poco lontano dagli uffici della Provincia, dove prestava servizio almeno uno dei presunti consumatori. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, guidati dai capitani Antonio Milone e Francesco Mandia, la piazza dello spaccio nel capoluogo sarebbe rimasta per un po’ “terra di nessuno”. In particolare dal 2010, dopo l’arresto e il pentimento del boss dei basilischi Antonio Cossidente e di Savino Giannizzari, considerato uno dei suoi luogotenenti. A fiutare l’affare a quanto emerso dall’inchiesta coordinata dal pm Francesco Basentini (nella foto a destra) sarebbe stato Maurizio Finzi – nell’ambiente conosciuto con il soprannome di Jack Daniel’s perché amante di quella marca di whisky – che, dopo essere entrato in contatto con i fratelli Gigi Andrea e carabinieri-posto-di-bloccoGigi Massimiliano – entrambi di Terzigno in provincia di Napoli – ha deciso che poteva prendere in mano le redini del traffico di droga. La collaborazione tra il gruppo campano e quello lucano, secondo gli investigatori, è cominciata in carcere: quella di Terzigno, infatti, è un’area nuova per i compratori della Basilicata, che in passato si sono sempre riforniti a Scampia o a Secondigliano. E se Maurizio Finzi, 46 anni, assumeva per sé il ruolo di capo dell’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di cocaina – i fratelli Gigi erano i fornitori – Francesco Triani, 43 anni, diventava il suo braccio destro. A lui toccava il compito di vendere la cocaina a quei clienti abituali rimasti orfani di Cossidente. Per Finzi, Triani e i fratelli Gigi a gennaio erano scattati gli arresti per traffico di ingenti quantità di cocaina. Mentre per altre sei persone tutte residenti a Potenza o nel suo hinterland erano state richieste misure cautelari ma il gipnon ne ha ravvisato l’esigenza: Giuseppe Fontini, Gianfranco Gallicano, Fabio Musolino, Anastasio Pane, Gregorio Troiano e Andrea Brienza. Adesso avranno 20 giorni per difendersi ed evitare il processo assieme ad altri 8  indagati per singoli episodi di cessione: Carmine Galiffa, Franco Finzi, Martina Quaranta, Domenico Laviano, Antonio Gentile Donato Salvia, e Raffaele Rescigno. La cocaina veniva acquistata in grossi quantitativi a Terzigno dai fratelli Andrea e Massimiliano Gigi. A fare il carico, ogni dieci giorni, proprio Maurizio Finzi che in alcuni casi pagava la merce subito e in altri attraverso vaglia veloci – diciotto quelli documentati nel periodo compreso tra l’aprile del 2010 e il febbraio del 2011 – a parziale saldo o in alcuni casi come acconto per le prossime partite di coca da prelevare. Una volta che la droga arrivava a Potenza veniva data a Francesco Triani e altri che si occupavano di rivenderla a credito. Ma se gli spacciatori tardavano nei pagamenti Finzi non avrebbe esitato a ricorrere alle minacce, anche telefoniche. Per questo è accusato anche di estorsione nei confronti di Musolino e Troiano.

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