Storie sul gioco d’azzardo tra ossessione e resistenza. Approda a Brienza la battaglia contro le macchinette mangia soldi, quelle legali e quelle illegali. L’ultima iniziativa contro le macchinette è quella dell’informatico in una web agency di Milano, Pietro Pace originario di Lagopesole che, questa sera (12 agosto) alle ore 20 in Piazza Unità di Italia a Brienza, presenterà “Vivere senza slot” alla presenza della referente dell’ufficio cooperazione internazionale della Provincia di Pavia nonché coautrice del libro, Paola Alessia Schintu, del sindaco, Donato Distefano. Coordinerà i lavori, Giovanni Ferrarese. La crisi colpisce duro anche nel cuore della ricca e alacre Lombardia e Pavia da Oxford sul Ticino” diventa “Capitale italiana delle slot machine”. Quattro trentenni, un po’ per esperimento, un po’ per attivismo, fondano il Collettivo Senza Slot e si occupano della questione usando gli strumenti e i linguaggi dei social network e delle lotte giovanili. Due di loro sono informatici e creano un sito www.senzaslot.it che mappa dal basso i bar senza macchinette mangiasoldi. In pochi mesi arrivano quasi 2000 segnalazioni da tutta Italia ed il Collettivo comincia a chiedersi quali siano gli interessi che muovono la grande macchina mangia uomini. Senza slot diventa un fenomeno mediatico: compare sui giornali, radio e televisioni. Dà vita, il 18 maggio 2013 a Pavia, una manifestazione nazionale di protesta. Contribuisce a fare rete tra chi è impegnato nella lotta contro il gioco d’azzardo: Libera, la Comunità di S. Benedetto al Porto di Genova ed il Nuovo Cinema Palazzo a Roma. A questo punto la lobby del gioco d’azzardo legalizzato prende le contromisure: presenta un esposto che accusa il collettivo di essere dei terroristi. La risposta del Collettivo è questo libro. Uno spazio di riflessione e di controinformazione che dà la parola a voci diverse. Il risultato è u esperimento di scrittura collettiva che combina registri e forme diverse e finisce per usare il gioco d’azzardo come pretesto per gettare uno sguardo obliquo sulla nostra società. E, magari, provare a cambiarla. “Vogliamo avere un approccio radicale, non siamo in contrapposizione ai manifesti cattolico-buonisti, vogliamo dare voce a chi ha deciso di non mettere le slot nei bar – spiega Pietro Pace -. Non volgiamo boicottare nessuno. Ma visto che il target di queste macchinette è la povera gente, noi vogliamo schierarci da questa parte”. Ora Feder chiede al consiglio regionale lombardo che uscirà dalle urne una legge: “Bisogna dare la possibilità ai sindaci di porre un freno alla piaga del gioco d’azzardo. E’ un problema etico morale e culturale, poi diventa sanitario. E riguarda tutti, perché schiavizza le famiglie. Ora sta drammaticamente crescendo il gioco d’azzardo on line. Lo scorso anno sono stati spesi 15 miliardi, quest’anno saranno almeno 18.