“Un nuovo patto civile per intercettare il profondo e crescente malessere sociale che nella settimana appena conclusa da noi si materializza con le proteste dei giovani e quelle dei capifamiglia senza lavoro. E’ l’indicazione che intendiamo offrire al confronto politico con l’obiettivo di recuperare un dialogo per impedire che prevalga l’antipolitica di quello che può essere definito il partito radicale di massa”. Lo afferma Giuseppe Potenza, Presidente del Comitato Nazionale degli iscritti della DC 1992-93. “E’ da tempo – aggiunge – che in Basilicata si respira un clima di “tutti contro tutti” nel quale il “totem nero” sta esercitando un ruolo fondamentale. Registriamo innanzitutto un deficit di informazione adeguata, come testimoniano le manifestazioni studentesche, da molti strumentalizzate, mentre ci conforta l’esempio che sta venendo dagli Stati Generali dei Giovani del Forum a Maratea dove le proposte superano di gran lunga le proteste. Abbiamo l’impressione che si stia preparando una fase di ribellione giovanile, come quella del ’68, ma ai tempi si lottava contro la società del benessere oggi contro la società del malessere. Per questo i cattolici devono ritrovare l’impegno comune per impedire che dietro questo malessere sociale emerga una visione antropologica del tutto diversa da quella cristiana. E – continua – siamo fortemente preoccupati perché l’ammortizzatore sociale-famiglia non ce la fa più e ancor più preoccupati perchè di questo ci sia ancora scarsa consapevolezza. Ecco allora la “molla” che ci vede impegnati nella vicenda della rappresentanza politica e giuridica della Democrazia Cristiana che si trascina da troppi anni. Una vicenda che non ha nulla di formale (la titolarità dello scudo crociato) e al contrario tutto di sostanziale. Lo spiegheremo martedì 18 novembre in una conferenza stampa a Potenza (ore 10,30 Palazzo del Consiglio Regionale) insieme alle motivazioni giuridiche e politiche dell’esposto presentato al Tribunale di Potenza per l’ottemperanza delle sentenze del Tribunale di Roma, della Corte di Appello di Roma, della Corte di Cassazione a sezioni riunite. Quello dei cattolici è uno strano destino: tirati per la giacchetta quando serviamo a colmare le lacune di una società sempre più chiusa nel proprio egoismo, ma subito messi a tacere e invitati a tornare nel sagrato quando disturbiamo perché tentiamo di dire la nostra. E’ ora – conclude – di rispondere a questi attacchi con la forza dell’orgoglio che nasce dalla nostra missione nella società”.