“Lo Sblocca Italia e l’Imu agricola sono due facce della stessa medaglia: si vuole colpire gli agricoltori che fanno salti mortali per non abbandonare terreni, aziende e stalle. il futuro della Basilicata e ancor più del comparto agricolo-zootecnico sono compromessi a causa dei progetti di una estrazione selvaggia del petrolio”. Ad affermarlo è l’assessore al Comune di Bella e dirigente regionale di Italia dei Valori Carmine Ferrone. “In spregio ad ogni rispetto dei diritti e dell’ambiente, di piani ambientali per il futuro, il territorio lucano rischia di essere mortificato. L’impatto delle attività estrattive, difatti, è pesante sull’agricoltura ma anche sugli aspetti sociali e sanitari. Inoltre, dal 2000 manca una seria indagine epidemiologica. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente esortato le regioni ad attuare un monitoraggio più severo. A giudicare dalla delegittimazione degli attori territoriali per via dell’art. 38 dello “Sblocca Italia”, non ci sarà più programmazione del Territorio, avendola per i tre/quarti data in concessione alle multinazionali del petrolio. Dovremmo pensare, pertanto, alla Basilicata come giacimento di cultura e potenzialità paesaggistiche, in linea con la scelta di capitale europea piuttosto che come giacimento da cui estratte il petrolio a solo vantaggio delle multinazionali. Quanto all’agricoltura e alla zootecnia – continua Ferrone – la sottrazione d’autorità ad oltre 2mila Comuni italiani (una cinquantina lucani) di oltre 350milioni di euro per costringerli a prelevarli dagli agricoltori è un’ulteriore mazzata. Non abbiamo fatto in tempo a salutare positivamente la proroga per il pagamento Imu agricola, previsto al 16 dicembre scorso, pur tuttavia senza che rappresentasse una soluzione del problema, perché comunque si tratta di un provvedimento assolutamente iniquo sul quale occorre intervenire con misure correttive o alternative a partire da una profonda rivisitazione dei criteri di esenzione, nonché un’attenzione alle peculiarità del settore. Siamo dunque a sostegno dell’iniziativa promossa domenica 21 dicembre dall’Anci Basilicata per contrastare l’ennesima manovra strozza-Comuni e per far sentire al Premier Renzi la voce di dura protesta di amministratori locali ed agricoltori. Per noi di Idv la difesa dell’agricoltura e del territorio è un principio irrinunciabile al punto che abbiamo deciso il ricorso alla Corte di Strasburgo per i Diritti dell’Uomo ravvisando gravi violazioni dei diritti essenziali dell’uomo. I problemi di incostituzionalità degli art.37 e 38 vanno sostenuti “senza se e senza ma” in tutte le sedi istituzionali oltre che portati in piazza. Il Governatore – continua Ferrone – non può ulteriormente non tenere conto della posizione di tantissimi Consigli Comunali come quello di Bella perché viene prima il bene delle nostre comunità locali, di attività agricole e zootecniche che a grandi sacrifici garantiscono la qualità e genuinità di produzioni lattiero-casearie e alimentari. Non possiamo permettere la ricerca di petrolio davanti le aziende rurali del nostro territorio”. (Carmine Ferrone, IdV)