“Lo Sblocca Italia e l’Imu agricola sono due facce della stessa medaglia: si vuole colpire gli agricoltori che fanno salti mortali per non abbandonare terreni, aziende e stalle. il futuro della Basilicata e ancor più del comparto agricolo-zootecnico sono compromessi a causa dei progetti di una estrazione selvaggia del petrolio”. Ad affermarlo è l’assessore al Comune di Bella e dirigente regionale di Italia dei Valori Carmine Ferrone. “In spregio ad ogni rispetto dei diritti e dell’ambiente, di piani ambientali per il futuro, il territorio lucano rischia di essere mortificato. L’impatto delle attività estrattive, difatti, è pesante sull’agricoltura ma anche sugli aspetti sociali e sanitari. Inoltre, dal 2000 manca una seria indagine epidemiologica. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente esortato le regioni ad attuare un monitoraggio più severo. A giudicare dalla delegittimazione degli attori territoriali per via dell’art. 38 dello “Sblocca Italia”, non ci sarà più programmazione del Territorio, avendola per i tre/quarti data in concessione alle multinazionali del petrolio. Dovremmo pensare, pertanto, alla Basilicata come giacimento di cultura e potenzialità paesaggistiche, in linea con la scelta di capitale europea piuttosto che come giacimento da cui estratte il petrolio a solo vantaggio delle multinazionali. Quanto all’agricoltura e alla zootecnia – continua Ferrone – la sottrazione d’autorità ad oltre 2mila Comuni italiani (una cinquantina lucani) di oltre 350milioni di euro per costringerli a prelevarli dagli agricoltori è un’ulteriore mazzata. Non abbiamo fatto in tempo a salutare positivamente la proroga per il pagamento