Due angeli con il suono dolce dei flauti cullano il piccolo Gesù adagiato in una mangiatoia nel cortile del castello di Bella. L’associazione “Io Isabella”, fedele ad una decennale tradizione, ha anche per questo Natale, preparato il presepe vivente il 27 e 28 dicembre, ed ha deciso di collocarlo all’ interno del mastio del 1.100 che domina l’ abitato di Bella. E dai quartieri e dai paesi vicini, alle 17 del pomeriggio, la gente è salita al Castello per ascoltare la buona novella: Gesù, luce del mondo, è nato per portare, in questo anno di crisi e disoccupazione, luce e speranza. Gli oltre 100 associati hanno lavorato per quindici giorni allestendo nelle sale del castello un paese medievale con le sue botteghe artigiane.La grotta è situata in quella che era la stalla per i cavalli del principe. Intanto Gesù Bambino ha bisogno di bere il latte e la mamma, quella vera, è pronta con il biberon.L’asino e il bue sono tranquilli accanto alla giovanissima Maria e a San Giuseppe .Tre angioletti ogni tanto si fanno i dispetti accanto alla culla e rimangono immobili quando arrivano due pastori con le cornamuse che intonano “Tu scendi dalle stelle”. I visitatori salgono nell’ atrio e don Ovidio, il vice parroco, legge il brano del Vangelo di Giovanni che annuncia la presentazione di Gesù al tempio e la profezia del vecchio Simeone a Maria. Il sindaco Michele Celentano con l’assessore Vito Leone l’Associazione “Io Isabella” che con grande capacità di organizzazione tiene vivo lo spirito di comunità a Bella. Nell’ atrio le lavandaie affaccendate osservano il principe e la principessa che sorvegliano l’ ingresso principale con due guardie. I visitatori attraversano la stalle con oche, galline, conigli, le sale e si fermano incuriositi ad osservare vecchie donne che preparano la pasta di casa con giovani aiutanti che impastano con lena, il laboratorio che produce formaggi,la bottega dei dolci e dei rustici.La fiamma della bottega del fabbro illumina un angolo e vive scintille si sprigionano da un ferro rovente battuto con forza. E ancora ricamatrici al telaio e la cantina per rifocillarsi dalla fatica del giorno, la bottega del falegname e un camino dove le nonne raccontano storia del monacello e quelle di streghe e lupi a bambini attenti e spaventati. È bello questo scambio tra generazioni in luoghi che raccontano con gli oggetti le radici che non bisogna dimenticare. Molti infatti hanno la possibilità’ di osservare antichi utensili e vasellame in coccio e pentole in rame di un rosso sfavillante. Un pubblico numeroso continua ad arrivare e le fatiche vengono ricompensate dall’affluenza. Intanto l’Associazione “Io Isabella”, soddisfatta, comincia a pensare al prossimo evento da preparare.
Mario COVIELLO