Friedrich Nietzsche si spinse a scrivere che l’esistenza, privata della musica, sarebbe un errore. La musica è un linguaggio dell’anima che arriva dritto al cuore. I suoni delle antiche melodie popolari natalizie lucane, elaborate e arrangiate per orchestra d’archi e strumenti popolari da Enzo Izzi e Angela Freno, e i testi di illustri poeti lucani,come quelli di Albino Pierro che racconta la sua “Rabatana”, hanno commosso a Bella il pubblico numeroso e partecipe al concerto natalizio di domenica 4 gennaio 2015, alle 18.30 nella Chiesa Madre, nell’ambito delle manifestazioni natalizie organizzate dal Comune di Bella. L’orchestra,costituita dall’ ensemble d’archi Meridies (Miriam Bisceglie, Carmine Viggiani, Carmine Caniani, Giovanna D’Amato, Bruno Pace) e da Manuel Zito (Arpicedda viggianese, zampogna e ciaramella) con Enzo Izzi (Organetto) e la voce recitante di Monica Palese, ha fatto vivere grandi emozioni, dimostrando che la musica è fondamentale per ogni essere umano e non si può vivere senza di essa. Con “Tu scendi dalla stelle”, “A Viggianese “Ninna nanna bellese” nella navate della chiesa si è messo in cammino per andare ad adorare il Bambino tutto il pubblico con i pastori e le loro cornamuse, zufoli e zampogne, angeli con violini, viole e arpe, e poi mamme con i loro piccoli in braccio, cullati da antiche nenie. Sembrava di sentire nell’aria l’odore del capitone e delle alici fritte, di gustare i dolci tipici e i rustici di Natale che i versi e la musica evocavano. Ed è scesa piano la neve e alla vista del Fanciullo divino, i cuori inondati di luce,con l’armonia delle note hanno reso grazie al Signore. Il concerto è stato un invito alla speranza. A non farsi condizionare dal momento buio che stiamo attraversando. L’assessore alla Cultura Vito Leone ha ringraziato i musicisti e il pubblico con queste parole: “Se non chiudiamo gli occhi, se rimaniamo svegli e ci diamo da fare ognuno con i propri talenti, ci lasceremo questa notte alle spalle. Gli artisti del concerto “Pastorale Lucana” ce l’hanno messa tutta. Sono artisti lucani che studiano, apprendono e cambiano con la loro arte questo percorso di crisi solo all’apparenza ineluttabile”.
Mario Coviello