BALVANO – Una lettera, in alcuni tratti con parole anche dure, a firma del sindaco di Balvano Costantino Di Carlo, indirizzata al governatore Pittella, al presidente del consiglio Lacorazza e a tutti gli assessori e consiglieri regionali per sottolineare tutta la preoccupazione su due articoli collegati alla finanziaria che riguardano “disposizioni in materia di cave”, vale a dire il 28 e il 29 (Capo VI) del DGR 1526/2014. In poche parole, mentre presso il Governo centrale si rivendica la partecipazione ai processi decisionali che riguardano i territori in ordine alla materia estrattiva, contemporaneamente e – con l’altra mano – si chiede con gli articoli 28 e 29 della DGR 1526/2014 di privare i territori e/o Comuni interessati di qualsiasi potere di programmazione in casa propria. “Secondo la norma vigente –si legge nella lettera- allo stato attuale, per aprire e/o ampliare una cava, un imprenditore che ne abbia titolo, deve candidare un progetto alla Regione Basilicata che ne cura l’intero iter autorizzativo, acquisire i pareri necessari (fra i quali quello “consultivo” del Comune competente) e attendere il rilascio dell’Autorizzazione regionale (atto unico conclusivo) approvato in Giunta regionale. Se la cava si trova su proprietà comunale, il Comune rende la disponibilità della particella all’impresa attraverso un contratto di fitto dopo il rilascio dell’autorizzazione regionale ed incassa le somme derivanti dallo stesso, ma se la disponibilità non viene resa perché il Comune ha programmato altro su quell’area e/o particella, il tutto necessariamente si blocca. Ma i Comuni possono anche decidere di voler destinare ad attività estrattiva una determinata area e non un’altra”. L’articolo 29 del DGR 1526/2014 prevede che la Regione individua i siti o giacimenti di maggiore interesse per l’attività estrattiva e, intervenuta la dichiarazione di pubblico interesse allo sfruttamento del giacimento, ogni attività finalizzata viene attratta dalla competenza degli uffici regionali. “Onestamente –sottolinea Di Carlo- non immagino come si possa affrontare con serietà il complesso tema delle cave in soli due articoli, seppur nelle more del piano cave, come si legge nel dispositivo, né comprendo perché si cerchi ripetutamente di infilare o nascondere questioni così rilevanti nel
Claudio Buono