Nonostante i peraltro timidissimi segnali di ripresa evidenziati negli ultimi giorni da Abi e Bankitalia, le condizioni del credito riservate alle micro, piccole e medie imprese in Basilicata come nel resto del Paese restano estremamente difficili. E’ quanto sottolinea Fausto De Mare, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza riferendo dell’analisi fatta dall’Ufficio Studi di Confcommercio che fa seguito all’allarme lanciato solo qualche giorno fa dall’Osservatorio nazionale del credito di Confcommercio sull’accesso al credito delle imprese del Mezzogiorno che risulta molto più amplificato rispetto al centro e al nord, se si considera che più dell’86% del credito erogato dalle Banche per la nascita o la ristrutturazione di imprese è destinato alle imprese artigiane del centro nord e solo il 14% a quelle del Sud. I dati aggiornati, d’altronde, parlano quanto mai chiaramente: tra il giugno 2011 e il settembre 2014 il credito bancario a imprese e famiglie è sceso del 6,6% complessivamente, ma se per le seconde si tratta di un -1,1%, per le prime la diminuzione è ben più notevole: -8,3%. Nel contempo sono salite ovviamente anche le sofferenze, come la banche hanno buon gioco a far rilevare, ma si tratta di “una frazione fisiologica, un costo compreso nel margine di intermediazione”. Continuando ad analizzare i numeri, non certo lusinghieri, emerge che i tassi reali pagati da una pmi italiana sono attualmente superiori a quelli degli altri Paesi, più che doppi ad esempio rispetto alla Francia, e sono anche cresciuti rapidamente. Secondo Confcommercio il calo del numero di imprese finanziate dal 2009 dipende per metà dalla crisi e per metà proprio dal credit crunch. Confcommercio – sottolinea De Mare – chiede non solo che vengano attuati provvedimenti già decisi, ma anche che il credito a imprese e famiglie destinato ad incidere sul prodotto interno lordo, venga avvantaggiato rispetto al credito concesso per finalità speculative. Gli interventi straordinari messi in campo dalla Banca Centrale Europea rappresentano una grande opportunità, ma è necessario che a livello nazionale si realizzino rapidamente tutte le azioni che ne consentano una effettiva ricaduta sull’intero sistema delle imprese. A partire dal prossimo annunciato decreto legge «Investment compact» è necessario riportare al centro dell’azione legislativa le esigenze delle micro, piccole e medie imprese. Il Fondo di garanzia per le PMI, nel corso del tempo, ha perso la sua connotazione originaria di favorire le imprese minori con difficoltà di accesso al credito. E’ stata invece favorita sempre più la garanzia diretta concessa a favore delle banche. Pertanto, al fine di riequilibrare tale situazione si propone di ridurre le percentuali della garanzia diretta concessa alle banche; valorizzare e sostenere il ruolo dei confidi radicati sul territorio sia come garanti, che come conoscitori delle imprese minori. Per favorire la nascita di iniziative imprenditoriali sane va considerata la possibilità di utilizzare beni confiscati alla criminalità organizzata. Una ipotesi, in questo senso, potrebbe essere la costituzione di un fondo di natura immobiliare, dove far confluire i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, fondo che verrebbe utilizzato, dal sistema dei confidi, per garantire finanziamenti alle piccole e medie imprese, favorendo quello sviluppo che, proprio nelle zone ad alta intensità criminale, si presenta più problematico. Ciò potrebbe avvenire tramite un accordo tra i Ministeri competenti, l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e gli istituti di credito.