VIETRI DI POTENZA – “La Valle del Melandro e le sue attestazioni pre-protostoriche”: questo il titolo del convegno organizzato dal Comune di Vietri di Potenza, in programma domenica mattina alle 11 presso la Sala Convegni di Viale Tracciolino. Durante il convegno saranno resi noti, e proiettati, i ritrovamenti della prima campagna di scavi realizzati in una grotta in località Acquafredda-Serrapola, a Vietri. Saranno i docenti delle tre università di Roma (Sapienza, Tor Vergata e Roma 3) a presentare i risultati: si tratta dei docenti e paleontologi Alberto Cazzella, Alessandro Guidi e Mario Rolfo. Insieme a loro anche Federico Nomi, coordinatore del progetto di ricerca. I quattro compongono il comitato scientifico voluto dal comune vietrese. Si parla di materiale e resti archeologici forse risalenti all’età arcaica, romana e dell’eneolitico, fino al IV millennio avanti Cristo: questo quanto potrebbe essere stato ritrovato a Vietri di Potenza, in una grotta denominata “Grotta dello Scalone”, composta da almeno quattro ambienti. Sono stati raccolti materiali archeologici riconducibili a diversi orizzonti cronologici, inquadrabili nell’Eneolitico avanzato, di facies Laterza, e altri frammenti riconducibili all’età del bronzo, oltre ad altro materiale di età arcaica e romana. L’amministrazione comunale vietrese sin da subito ha creduto in questo progetto, che potrebbe essere un vero e proprio volano per il turismo locale del settore. Così si decise subito di formare un comitato scientifico per la ricerca e le indagini archeologiche. Il rinvenimento dei reperti, nei mesi scorsi, è avvenuto in collaborazione con il gruppo speleologico Vallo di Diano, e i sopralluoghi con la collaborazione dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile locale. Si ipotizza che gli ambienti della grotta siano molto più grandi di quanto si immaginasse. Il comitato scientifico ha svolto un’attività di ricerca speleo-archeologica, con uno studio del materiale ritrovato nella grotta (resti pollinici, osteologici, bronzi e ceramici). Il comune ha finanziato prima fase di indagine e ricerca con un primo impegno di novemila euro. E domenica mattina la popolazione avrà modo di vedere, sul maxi schermo, quanto ritrovato. E scoprire di cosa si tratta. Un programma di ricerche voluto dal Comune Vietrese, e che sta andando avanti anche grazie alla collaborazione delle Università La Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, l’Imaa (istituto di metodologie per l’analisi ambientale), Regione Basilicata, Protezione Civile Vietri, Gruppo Speleo Alpinistico Vallo di Diano e del gruppo Shaka Zulu Club Subiaco di Roma.