Il crescente fenomeno dell’abusivismo nel comparto dell’acconciatura e dell’estetica non è solo un danno per le imprese regolari che operano nella legalità, alla luce del sole, ma anche un danno alla salute e al benessere dei clienti. E’ quanto sottolinea Confartigianato Acconciatori ed Estetica della provincia di Potenza. Secondo i dati della Camera di Commercio operano regolarmente in provincia di Potenza 660 acconciatori (512 per donna e 148 per uomo) e 166 estetiste; fra occupati e titolari circa 2.500 persone che con professionalità contribuiscono ogni anno al sostentamento economico ed occupazionale di migliaia di famiglie della provincia. Tutto ciò però – evidenzia la nota – è a forte rischio a causa della concorrenza sleale di centinaia e centinaia di operatori abusivi che, non rispettando nessun tipo di legge e soprattutto sentendosi impunibili, svolgono l’attività quotidianamente nelle abitazioni dei clienti o in locali non idonei. Le clienti – sottolinea Confartigianato – devono essere consapevoli che l’operatore abusivo non rispetta le norme sanitarie, non è sottoposto a controlli periodici in materia di igiene, non sempre possiede la qualifica professionale, non rispetta le norme di pulizia, sanificazione e disinfezione, non utilizza materiale monouso e se lo fa molte volte lo ricicla, utilizza prodotti scadenti, può diventare veicolo di infezioni virali come l’epatite. Con questi presupposti su capisce perchè riescono a proporre prezzi più vantaggiosi rispetto alle imprese regolari che pagano le tasse. In questo momento particolarmente difficile per la nostra economia dove le imprese fanno salti mortali per riuscire a far quadrare i bilanci – continua Confartigianato Acconciatori ed Estetica – è inaccettabile che venga tollerata un’economia parallela abusiva. Si pensi all’ammontare delle tasse non pagate, dei contributi non versati e all’impatto che questo ha sui servizi sociali di cui l’abusivo stesso usufruisce a piene mani perché risulta disoccupato. Emerge un profondo malcontento delle categorie che chiedono una maggiore tutela da parte degli organi di controllo e sollecitano misure per chiudere il cerchio attorno a queste persone che operano nella più completa illegalità. Ogni giorno riceviamo segnalazioni da tutti i comuni della provincia di pseudo operatori che con il borsone in mano svolgono l’attività abusiva a domicilio. In tal senso abbiamo bisogno di una legislazione specifica che tuteli le imprese artigiane nei confronti dell’abusivismo con leggi più severe e con l’incremento delle sanzioni. Sarebbe anche opportuno considerare le abitazioni come strumento di illegalità e permettere il sequestro degli strumenti con cui viene svolto il lavoro abusivo. Ciò nell’interesse degli stessi utenti ai quali la Confartigianato rinnova l’ appello a rivolgersi ad imprese che operano nella legalità e con la piena garanzia e tutela di benessere.