Per un medio imprenditore lucano con imponibile IRAP ed IRPEF pari a 50mila euro il gettito relativo alle due voci è pari a 18.270 euro, con una quota IRAP più IRPEF del 36,54% come in Friuli e quasi a livello della Lombardia. E’ quanto denuncia uno studio Confcommercio-Cer su pressione fiscale e spesa pubblica. Dalla ricerca emerge anche che le tasse sugli immobili sono più che raddoppiate negli ultimi tre anni: tra il 2011 e il 2014 +115,4%. La tendenza al più non è destinata a scendere nel 2015. Altra grande “mannaia” sui contribuenti viene dalle tasse local, più che raddoppiate in 10 anni visto che sono passate dal 2,9% del Pil al 6,5. Il federalismo fiscale inoltre, ad avviso di Confcommercio, genera iniquità e incertezza oltre a maggiori tasse in certe zone del Sud dove è incompiuto. A parità di imponibile Irap e Irpef, di 50.000 euro, infatti, un contribuente che abita in Basilicata verserà la stessa cifra di un imprenditore veneto, solo 100 euro in meno rispetto a un altro che, ad esempio risiede in Lombardia, 150 in meno di un emiliano-romagnolo e 250 euro in meno ad un altro che risiede in Piemonte. E nuove imposte sono all’orizzonte qualora scattassero le clausole di salvaguardia contenute nella legge di stabilità. “Una crescita fiscale – commenta Confcommercio – dovuta al taglio dei trasferimenti e cui non ha corrisposto una analoga riduzione della pressione dal centro. Con la conseguenza di aumentare la pressione fiscale complessiva. Quindi non si capisce cosa resti del federalismo fiscale su cui abbiamo lavorato per 15 anni. Se si torna ad un neocentralismo rischiamo di non avere i benefici del federalismo pur continuando a sopportarne i costi”. Per il presidente di Confcommercio Impese per l’Italia Potenza Fausto De Mare ” siamo di fronte a un federalismo fiscale incompiuto che non migliora ma peggiora i servizi, mentre aumentano gli oneri. Ci auguriamo che il governo recepisca i nostri segnali e le nostre preoccupazioni sulle clausole di salvaguardia perché devono essere diminuite le tasse in modo progressivo, sostenibile e generalizzato. Senza una riduzione generalizzata della pressione fiscale sarà impossibile sostenere i segnali di risveglio della nostra economia. La ripresa deve essere sostenuta da politiche di sostegno alla domanda che partano da una riduzione generalizzata, progressiva e sostenibile della pressione fiscale”. “Le tasse e e la spesa pubblica sono cresciute costantemente negli ultimi anni – ha aggiunto – e bisogna interrompere questo circolo vizioso”. Oltre a rivedere “un federalismo incompiuto che non migliora i servizi e aumenta gli oneri per i contribuenti. Solo con meno tasse e meno spesa improduttiva potremo immaginare il 2015 come l’anno della ripresa” ha concluso.