Adesso che l’intesa Governo-Regioni è stata siglata con la decisione di un taglio alle Regioni di 2 miliardi di euro per la sanità (39 milioni di euro per la Basilicata) non va preso sotto gamba il timore espresso dalla Corte dei Conti che “da tagli ripetuti di risorse nella sanità derivino peggioramenti nella qualità dei servizi o aumenti delle imposte destinate al loro finanziamento, con un conseguente peggioramento delle aspettative di famiglie e di imprese del settore”. La Corte dei Conti nel suo report rileva infatti che “la sostenibilità delle prestazioni pubbliche, siano esse quelle sanitarie o assistenziali e quindi le condizioni di accesso a questi servizi, è soggetta a rilevanti incertezze e differenze territoriali”. Sempre la Corte sottolinea come “le Regioni e lo Stato, in appositi tavoli tecnici, stanno valutando di distribuire il taglio in due parti: una prima che incide sulle risorse sanitarie (2 miliardi) e una seconda destinata a ridurre le somme a disposizione per le altre funzioni”. “Resta – prosegue la Corte – , naturalmente, il problema di come rispondere alle necessità di un settore che, pur scontando ancora margini per un recupero di efficienza al suo interno, deve affrontare costi crescenti per garantire l’accesso a farmaci e tecniche di cura innovative e offrire adeguata assistenza ad una popolazione sempre più longeva. L’allentamento del vincolo finanziario poteva consentire di affrontare con più facilità nodi irrisolti (revisione dei LEA, finanziamento delle strutture sanitarie, revisione dei criteri di riparto delle risorse tra le regioni, revisione delle compartecipazioni alla spesa, un ripensamento delle esenzioni), che il nuovo Patto della salute ha solo elencato rinviandone la definizione. Elementi che, se non risolti, rischiano di alimentare nuovi squilibri e di incidere negativamente sulle aspettative della popolazione”. Il Ministro alla Salute Lorenzin parla invece del “fallimento del federalismo sanitario” e mette il dito nella piaga: “c’è un tasso di sprechi e inappropriatezze elevato” e sullo scenario futuro della sanità pubblica ritiene che “il budget può bastare e se riusciamo ad applicare il Patto per la salute nei tempi fermiamo il declino. Se non ci