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Basilicata, sulla Sanità l’allarme dell’Anisap: “Il Palazzo ci ascolti prima che sia troppo tardi”

IMG-20150416-WA0009Vogliamo aiutare la Regione ad uscire dall’ “angolo” in cui si è ricacciata nell’erogazione di prestazioni per la salute in nome dei tagli che colpiscono esclusivamente e pesantemente la sanità privata accreditata: è il messaggio dell’Anisap Basilicata lanciato con la manifestazione che si è svolta oggi a Potenza nel salone conferenze dell’Ordine dei Medici. Le strutture sanitarie private accreditate (una sessantina di poliambulatori specializzati con circa 600 unità lavorative a cui aggiungere decine e decine di liberi professionisti) associate per la grande maggioranza all’Anisap Basilicata, che oggi hanno sospeso la propria attività con una prima iniziativa di protesta, hanno rilanciato proposta e strategia sintetizzabile in  una rete integrata pubblico-privata. Anche nelle modalità del messaggio si è scelta la strada innovativa del filmato con le facce di professionisti e personale di strutture accreditate  che contribuiscono a soddisfare servizi e prestazioni per la tutela della salute alla vasta utenza lucana, con un peso sull’intero sistema sanitario regionale di appena il 2% (25 milioni di euro l’anno, il “resto” dei 160 milioni è “appannaggio” di altri soggetti specie nel settore della riabilitazione Don Uva, Centri Aias, Padri Trinitari Venosa, Centri di riabilitazione, sino alla Clinica Luccioni di Potenza). Sono stati quindi gli stessi professionisti e il personale qualificato, erogatori di ben 4 milioni di prestazioni l’anno, a raccontare 40 anni di vita dell’Anisap Basilicata al servizio dell’utenza lucana ed anche extraregionale. Il dottor Finizio del Comitato Direttivo dell’Ordine dei Medici  ha rinnovato la richiesta di incontro all’Assessore regionale alla Sanità Franconi sui troppi “fronti caldi”. Roberto Cicchetti del direttivo Anisap ha evidenziato il clima di incertezza nonostante il trend positivo di incremento, negli ultimi cinque anni, di utenza che sceglie i nostri laboratori. Michele Cannizzaro (Centro Genovese) ha detto: “da anni siamo costretti a subire arroganza e spocchiosità delle Giunte Regionali che si sono succedute sino all’attuale. Adesso basta. Con oggi abbiamo avviato un percorso che non ammette fasi intermedie e tregue sino a quando non otterremo risultati che mettano fine a relazioni corte, rapporti personali e raccomandazioni. Intanto per il settore riabilitazione-fisioterapia stop al doppio binario: buoni e cassa spalancata per Aias, Don Uva, Don Gnocchi, cattivi e cassa chiusa per tutti gli altri”. A rilanciare la piena tutela della categoria professionale ci ha pensato il presidente nazionale dell’Ordine dei Biologi Ermanno Calcatelli ricordando le azioni dell’Ordine con i ricorsi ai Tar che hanno già prodotto la sospensiva delle delibere delle Giunte Lazio, Sicilia e Campania sull’aggregazione “forzata” dei laboratori di analisi ed invitando a tenere unita e compatta la categoria. Nelle conclusioni Flovilla – che ha annunciato l’erogazione di 2000 prestazioni gratuite a favore degli immigrati che saranno ospitati nei Centri in Basilicata quale ulteriore segnale di sensibilità sociale da parte di chi non antepone i soldi al proprio ruolo di servizio – ha detto che dal 2007 l’Anisap ha presentato una proposta di rete regionale pubblico-privata di laboratori per ridurre i costi e servire l’utenza del territorio e si batterà con ogni strumento perché nessun centro chiuda. Anisap contesta le scelte in materia di diagnostica strumentale e di laboratorio, per una presunta economia di circa 1,5 milioni di euro, annullando provvedimenti regionali in materia di tariffe, già adottati circa un anno fa. Tale misura, la cui obbligatorietà è tutta da verificare, di fatto ingerisce gravemente nelle scelte imprenditoriali delle strutture, vanifica il lavoro svolto dalla Commissione Tecnica composta da rappresentanti del pubblico e del privato e mette a rischio l’esistenza stessa delle piccole strutture, che svolgono una importante funzione in realtà territoriali fortemente disagiate. Inoltre, il provvedimento recepisce le linee guida per la realizzazione di una rete dei laboratori, in maniera acritica, senza alcun confronto e senza alcuna valutazione ex ante sulle concrete possibilità di attuazione e sulle ricadute organizzative ed occupazionali che un siffatto sistema determinerebbe. E’ evidente che con i tagli imposti sarà difficile creare una rete di laboratori di analisi, come è previsto nella Legge di Stabilità, se non a costo di compromettere l’esistenza stessa di numerose strutture e, di conseguenza, un considerevole numero di posti di lavoro. Questa volta – ha detto Flovilla – il Palazzo dovrà ascoltarci e sedere finalmente al tavolo con una presenza politica e non più solo ed esclusivamente tecnica. Dunque un’operazione verità su chi fa veramente sprechi nella sanità e chi invece continua ad investire in tecnologia, attrezzature e personale, garantendo al cittadino la libertà di scelta della struttura. Se si vuole veramente fare prevenzione e medicina di prossimità – ha concluso – non si può fare a meno di noi. 

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