Al progetto “Basilicata in camper”, presentato ieri in Regione, Turismo Verde Basilicata, Agenzia Agrituristica della Cia, ha dato un contributo facendo da apri-pista in un segmento dell’offerta agrituristica per troppi anni in Basilicata fortemente sottovalutato. Tra i “pionieri” uno dei primi agricampeggio è quello dell’Azienda La Taverna del Pastore di Bella nel comprensorio Melandro-Marmo-Platano che già negli scorsi anni ha curato un programma di iniziative con la Federazione regionale campeggiatori. Per la prima volta, un centinaio di camperisti a bordo dei propri automezzi (in molti casi autentiche case viaggianti) hanno fatto escursioni a Baragiano (Archeoparco), Castelgrande (Osservatorio astronomico) e Bella (castello e centro) sostando nell’agricampeggio dell’Azienda La Taverna del Pastore, un’area attrezzata come, purtroppo, ancora poche nelle aziende agrituristiche lucane. Per la Federazione regionale campeggiatori (sono oltre 600 in Basilicata gli appassionati di questo tipo di turismo all’aria aperta) il raduno escursionistico al quale hanno partecipato numerosi pugliesi, non solo a bordo di camper, “è stato più che soddisfacente perchè il camperista richiede dalla vacanza bellezze paesaggistiche e naturalistiche, visite a beni culturali, e buona cucina con prodotti tipici locali. Tutti ingredienti che molte aree rurali ed interne, come questa di Baragiano-Castelgrande-Bella-Muro sono in grado di offrire, affascinando specie le comitive di pugliesi che hanno avuto modo di conoscere una campagna per tanti aspetti diversa da quella della regione di residenza”. La presenza dei camperisti nei centri del Marmo ha prodotto benefici diretti all’economia locale specie per gli acquisti in campagna di prodotti tipici e in attività commerciali dei tre comuni. “E’ un’ulteriore testimonianza della validità del progetto ‘La spesa in campagna’ -sottolinea Turismo Verde-Cia Basilicata- che abbiamo promosso da pochi mesi per attrarre i consumatori a rivolgersi direttamente alle aziende agricole per la propria dispensa alimentare. Inoltre, l’agricampeggio è una struttura fortemente sollecitata dai camperisti per prolungare il soggiorno nelle nostre zone attraverso escursioni per conoscere il nostro patrimonio rurale. Dopo questa prima esperienza si sono rafforzati i contatti di collaborazione tra Turismo Verde e Federazione dei camperisti che promuovono un calendario molto fitto di viaggi anche all’estero e che sono collegati a livello europeo attraverso una rete di club ed associazioni. Di qui l’impegno ad organizzare ulteriori raduni con la presenza di camperisti provenienti non solo da altre regioni italiane, ma anche da Paesi europei. Da parte di Turismo Verde è stata ribadita la proposta di procedere a strumenti di cooperazione con la federazione dei camperisti con manifestazioni ed appuntamenti periodici facendo diventare l’agriturismo soggetto principale del turismo rurale a 360 gradi e per tutti i target turistici. “Il turismo all’aria aperta – spiega Marisa Gabriele, animatrice del progetto insieme al marito Sandro Doino – può rappresentare una nuova occasione per accrescere gli ospiti delle aziende agrituristiche ed in generale i fruitori del turismo rurale contribuendo a sviluppare la multifunzionalità delle attività degli agricoltori alla ricerca di forme di integrazione di un reddito che per effetto della crisi e dei costi di produzione si assottiglia sempre più. Noi non vogliamo fermarci ai sapori dei piatti solo ed esclusivamente di prodotti locali, tra cui l’agnello – dice ancora Doino – e stimoliamo i nostri ospiti a scoprire il territorio e l’autentica cultura contadina. Una risposta moderna all’agriturista “tipo”: età media compresa tra i 30 e i 45 anni, ama la natura e ha a cuore le tematiche ambientali e sociali, ma è anche un buongustaio con una propensione forte verso il biologico. Più in generale, secondo una recente indagine della Cia, la scelta di fare le vacanze in agriturismo è dettata principalmente dal desiderio di stare a contatto con la natura (48 per cento), di riposarsi in assoluto relax e tranquillità (23 per cento), di gustare la cucina tradizionale e le specialità enogastronomiche locali (19 per cento), di avere vicino luoghi che hanno attrattive culturali o religiose (10 per cento). In più, dall’indagine viene fuori che la scelta agrituristica ha un altro dei suoi punti di forza nell’accoglienza “familiare” dell’azienda, che è preferita al rapporto impersonale tipico degli alberghi.