Il Consiglio Regionale della Uil Pensionati che si è tenuto ieri, con la presenza del segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro, oltre ad affrontare i problemi specifici riferiti alle condizioni di vita-reddito-salute dei pensionati lucani si è trasformato in un “focus” sul tema del “Lavoro” perché lo slogan scelto per questo 1 maggio è “La solidarietà fa la differenza: integrazione, lavoro, diritto. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. Solidarietà – ha detto Vincenzo Tortorelli, segretario Uilp Basilicata – che noi coniughiamo come patto intergenerazionale tra pensionati e giovani che hanno bisogno di lavoro. Il tema del lavoro è stato affrontato in questa giornata in tutte le sue sfaccettature ed in particolar modo quello degli ammortizzatori sociali fotografando la situazione attuale e ponendo le criticità legate al Job Act. Inoltre il confronto si è sviluppato sullo stato di attuazione del provvedimento Reddito Minimo di inserimento che tocca da vicino le famiglie dei pensionati e sulle iniziative messe in campo dal Presidente Pittella per l’accoglienza di migranti. Senza perdere di vista la chiave dello sviluppo che è il lavoro a partire dal Documento di Economia e Finanza (DEF) 2015 che a parere della UIL presenta diverse sfumature di colore. Per la prima volta dopo quasi 8 anni si torna a previsioni di crescita, seppur contenute, del PIL, dovute però molto a fattori e congiunture esterni, minori spese per interessi sul debito pubblico. Ma la prima operazione da fare è neutralizzare le clausole di salvaguardia (aumento di IVA e Accise), per il 2016, che avrebbero fatto aumentare la pressione fiscale di 16 miliardi di euro l’anno e avrebbero avuto un effetto negativo sui consumi e sui redditi medio bassi. Infatti in assenza di interventi volti ad evitare l’aumento dell’IVA e delle Accise la pressione fiscale passa dal 43,5% del 2014 al 43,7% del 2019, con picchi del 44,1% del biennio 2016-2017. Contestualmente occorre evitare che i “risparmi” di 10 miliardi di euro alla spesa pubblica, e i 3,4 miliardi di euro provenienti dal riordino delle deduzioni e detrazioni fiscali, portino ad aumenti diretti ed indiretti delle tasse. Infatti i tagli alla spesa (oppure risparmi come dice il Governo) soprattutto per Regioni ed Enti Locali, se non ancorati realmente ai costi standard o alla lotta agli sprechi, fanno presagire già una nuova ondata di aumenti delle tasse locali, come da noi denunciato nei giorni scorsi. La UIL ritiene che sia necessaria una riorganizzazione delle agevolazioni, la quale non dovrà, però, portare a un ulteriore aumento della pressione fiscale. Il grande assente nel DEF – ha sostenuto il segretario regionale UIL Carmine Vaccaro – è il Mezzogiorno. Il programma delle infrastrutture strategiche penalizza le Regioni meridionali, in quanto su un totale di 69,2 miliardi di opere pubbliche per i prossimi anni soltanto 20,3 miliardi (il 29,3%), sono destinati ad opere nel Mezzogiorno. A nostro avviso, inoltre, nel DEF mancano risorse aggiuntive per il sistema degli ammortizzatori sociali per il quale le risorse ad oggi stanziate sono altamente insufficienti, con il rischio che si prefiguri una riduzione sostanziale delle prestazioni (cassa integrazione in deroga in primis). Occorrono politiche – ha aggiunto Vaccaro – che rimettono in moto i consumi interni e questo lo si può fare soltanto ridando potere di acquisto ai salari e alle pensioni. Per questo nella Legge di Stabilità vanno trovate risorse adeguate per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Occorre estendere ai pensionati e agli incapienti il bonus degli 80 euro, e rivalutate le pensioni cha hanno una storia contributiva. Sul versante del lavoro va reso strutturale l’esonero contributivo per le assunzioni, ancorandolo non in maniera indistinta, ma vincolandolo alle imprese che aumentano la base occupazionale e alle imprese ubicate nelle area meno sviluppate del Paese. Così come è urgente rimettere in primo piano politiche mirate allo sviluppo del Mezzogiorno che passano necessariamente per un aumento della spesa per investimenti pubblici sia nazionali sia europei. Ma nel Sud vi è, soprattutto, un problema di “certezza” della disponibilita’ delle risorse finanziarie nel medio e lungo periodo, senza ricorrere ciclicamente (da ultimo con la legge di Stabilità 2015 per finanziare l’esonero contributivo), al taglio di risorse.