Don Uva e Riabilitazione, per l’Aspat Basilicata “un tavolo in Regione non è più rinviabile”
Claudio Buono
La “vicenda Don Uva”, al di là degli aspetti relativi all’inchiesta di cui è giusto si occupi la magistratura, “scoperchia” una situazione che da anni come associazione di categoria delle strutture di riabilitazione private accreditate abbiamo ripetutamente posto all’attenzione della massima istituzione regionale e della politica tutta. Tenuto conto che le prestazioni e i servizi inclusi nei Livelli Essenziali rappresentano il livello “essenziale” garantito a tutti i cittadini, che le Regioni debbono assicurare sulla base del principio di appropriatezza inteso, sia come appropriatezza clinica delle prestazioni più efficaci a fronte del bisogno accertato, sia di appropriatezza delle prestazioni più efficaci a minor consumo di risorse, si evidenzia che il settore della riabilitazione è oggettivamente un settore problematico ma, non si fa nulla per cambiarlo! Le Linee guida vigenti della riabilitazione risalgono al 2004, recepivano le ministeriali del 1999 che non dialogano per niente con lo stato di accreditamento di 2° livello che la regione impone alle strutture operanti. Un settore non governato da tempo o governato male, che con questo sistema erogativo vecchio, ha creato evidenti disfunzioni e una falsificazione del fabbisogno. L’impianto di erogazione delle prestazioni di riabilitazione va modificato subito, perchè la normativa è vecchia, superata e spreca risorse nella direzione sbagliata. Non è più rinviabile il passaggio della fkt – riabilitazione minimale “ riabilitazione non complessa” nella Macroarea della Riabilitazione, recependo le linee guida ministeriali del 2011 così come previsto dall’art.8 LR 17/2011, attuando l’istituzione di un unico sistema ambulatoriale riabilitativo che realizzi un sistema appropriato il cui obiettivo è rimettere al centro di esso il cittadino/assistito ed i suoi bisogni a costi sicuramente inferiori. Sono anni, precisamente dal 2011, che il Dipartimento nascondendosi dietro la scusa della crisi, applica tagli lineari, agisce negativamente su operatori e cittadini, con prepotenza modifica contratti in essere senza alcun confronto preventivo ed è dal 2011 che rincorriamo i ns politici per trovare soluzioni eque ma, purtroppo senza risposte. Da anni, assistiamo impotenti ad interventi e comportamenti che non solo non favoriscono l’integrazione pubblico-privato, non solo continuano a mantenere in vita un modello vecchio e sprecone dei due grandi sistemi di offerta ma, in questi anni la Regione ha applicato delle vere e proprie disuguaglianze nei due sistemi, è stata mamma amorevole verso il sistema di riabilitazione ex 26 e matrigna verso la riabilitazione minimale non complessa FKT e specialistica ambulatoriale. Senza entrare nel merito delle indagini della magistratura, lo scenario che emerge – è quello di una gestione totalmente svincolata dai criteri di una corretta amministrazione aziendale; una inesauribile serie di appropriazioni, sperperi, dissipazioni, forniture fuori mercato con contratti a tutto favore dei terzi ed ad tutto danno dell’Ente; Assunzioni clientelari in momenti di crisi, assunzioni di personale inutile oppure destinato a mansioni svincolate dalle professionalità richieste; pagamento a piè di lista da parte delle aziende sanitarie – conferma le nostre critiche. Per cambiare il sistema della riabilitazione minimale-Fkt, ridandole dignità di vero e proprio percorso di tutela della salute, nel corso del nostro primo Forum tematico di fine maggio, come ASPAT Basilicata abbiamo indicato una “piattaforma programmatica” basata su una serie di proposte finalizzate a garantire da un lato la compatibilità dei LEA (livelli essenziali di assistenza) con i tetti di spesa da programmare e dall’altro, conseguire il massimo livello di equilibrio e di efficienza relativo all’appropriatezza della domanda e dell’offerta con la qualità dei servizi percepita dai cittadini-assistiti. Per queste ragioni il sindacato ha fatto bene a chiedere al Presidente Pittella una riunione per affrontare la situazione del personale, altrettanto rivendichiamo (e non da oggi) la proposta di un Tavolo in Regione presieduto dal Presidente Pittella che affronti i temi per il miglioramento della programmazione regionale in ordine al fabbisogno riabilitativo tale da assicurare adeguata continuità ai cittadini, il mantenimento dei livelli occupazionali, stabilità e certezza imprenditoriale ai CEA per assicurare un servizio all’altezza delle aspettative dei cittadini.