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Basilicata, si sblocca il reddito minimo: delibera approvata. Per i «poveri» lucani 450 € al mese

750ff7d4473e317254d520b2bc27d81fad2a004ef505a0976ccb4753Il reddito minimo di sblocca. Dopo mesi di attesa, dopo scontri durissimi tra sindacati e governo regionale, dopo proteste e sollecitazioni. L’avviso pubblico che consentirà ai Caaf di stilare le graduatorie dei «poveri» lucani è realtà. Per ognuno di loro ci saranno 450 euro al mese circa. Quattrocentocinquanta che saranno assegnati ad una platea iniziale tra le 4mila e 500 e le 5mila persone, destinata a salire a 6mila non appena saranno incassati i fondi del petrolio. La Giunta regionale, infatti, ha approvato nel pomeriggio di ieri la delibera che di fatto apre le porte alla misura. Certo, ci vorranno ancora alcuni giorni per la pubblicazione del provvedimento, ma poi, una volta conclusi tutti gli adempimenti la stessa Regione divulgerà, anche on line, i criteri da seguire per la presentazione delle domande. Due sono le platee interessate: quella degli ex lavoratori in mobilità in deroga che ammontano a circa 1500 persone (con la possibilità di giungere a circa 2000 unità a causa del Decreto Poletti), e la platea degli ex Copes, che varia tra 1800 – 2000 unità e che riguarda tra i 15mila ed i 20mila nuclei familiari. Per loro 40 milioni di euro che saranno destinati a 6mila persone in tutto. Con una cifra media (in base al reddito) di circa 450 euro al mese, comprese le assicurazioni che incidono per circa 50 euro. Chiaro l’intento del governo Pittella: ossia istituire un Fondo per far fronte alla crisi economica e sociale in atto. In modo da offrire un sostegno economico ai soggetti maggiormente svantaggiati e, in particolare, ai soggetti fuoriusciti dalla platea degli ammortizzatori sociali, ai disoccupati di lunga durata, ai disoccupati e agli inoccupati che vivono in una situazione di grave deprivazione materiale per l’ade – sione alle attività di pubblica utilità ed alle iniziative di inserimento sociale e occupazionale. Ma i fondi non saranno concessi «gratuitamente ». I bebeficiari, infatti, dovranno lavorare. Sì, diventeranno manodopera per attività di Pubblica utilità da svolgere sia presso soggetti pubblici (come possono essere i comuni) sia presso soggetti privati presso i quali effettuarle. Insomma, un’attività di utilità sociale per la quale verrà erogata una misure di sostegno. A beneficiare del reddito minimo saranno coloro che hanno più di 18 anni e coloro che non hanno superato i 65, fuoriusciti dalla platea dei lavoratori in mobilità in deroga, con un Isee non superiore a 18mila e 500 euro annui, con riferimento ai redditi percepiti dall’intero nucleo familiare. Ma anche soggetti che abbiano gli stessi requisiti di età, siano residenti in un Comune della Basilicata da almeno 24 mesi rispetto alla data di pubblicazione dell’Avviso pubblico, siano cittadini italiani emigrati all’estero per motivi di lavoro, già iscritti all’Aire ( Anagrafe degli Italiani all’Estero) presso uno dei Comuni della Basilicata disoccupati e/o inoccupati da almeno 24 mesi o disoccupati o inoccupati da almeno 12 mesi e non in possesso di un diploma di scuola media superiore o professionale.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno – Articolo di Antonella Inciso

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