Nuovi ritrovamenti all’Archeoparco Basileus di Baragiano. Per il C.S. Thalia è necessario “rilanciare la struttura”
Claudio Buono
I nuovi rilevanti ritrovamenti all’interno dell’ Archeoparco del Basileus di Baragiano, con arredi funebri che, come ha sottolineato l’archeologo Salvatore Pagliuca a cui si deve la scoperta, grazie alla grande passione dimostrata, saranno utilissimi per far conoscere la storia di Basileus, un principe guerriero vissuto in questi territori nel IV secolo a.C., rilanciano funzioni e compiti di questa struttura che purtroppo è passata in secondo piano già da qualche anno per attenzione istituzionale rispetto ad altri siti e Parchi archeologici lucani. A sottolinearlo è il Centro Studi Turistici Thalia che già nel 2011 proprio da Baragiano ha voluto rilanciare gli itinerari turistico-archeologici, in occasione dell’edizione 2011 del Premio Thalia. L’Archeoparco di Baragiano è nato per coniugare due esigenze: quella del recupero culturale e storico del territorio di Baragiano e quella di far conoscere la storia di Basileus, la cui tomba è stata ritrovata nel 1995 durante uno scavo effettuato proprio in queste zone. Nel parco sono presenti fedeli riproduzioni di monili e vasi ritrovati ed è stato anche ricostruito l’ambiente quotidiano lucano tra il IV ed il VI secolo. Ci sono infatti abitazioni, giardini. Il parco ha comunque due chiavi di lettura, una cultural-scientifica e l’altra ludico-didattica con la presenza di laboratori sperimentali nei quali si può giocare e cimentarsi con le proprie conoscenze. Il percorso dell’archeoparco si snoda infatti per 400 metri, in un’area di circa tre ettari con la presenza di una serie di istallazioni scenografiche che funzioneranno nelle ore serali e otto giochi con una serie di indovinelli che portano poi ad una sorpresa finale. Nello specifico, patrimonio tangibile e intangibili sono ben coniugati da capacità creativa e racconto affabulativo. La struttura si presenta come un prodotto turistico rivolto a un ben definito target e il percorso che ha portato alla sua creazione non ha seguito una visione accademica bensì si è caratterizzato per l’intento di far vivere il museo non solo come un contenitore ma anche come uno spazio in cui allargare il proprio orizzonte conoscitivo tramite laboratori ludico-didattici e innovative tecnologie di fruizione culturale. Siamo di fronte ad un parco – sottolinea Arturo Giglio, segretario del C.S. Thalia – che si discosta dai canoni dogmatici dell’archeologia e che s’inserisce in un’opera di valorizzazione del territorio. I Parchi Archeologici, specie se presentano aspetti innovativi rispetto a quelli “tradizionali” e soprattutto se gestiti da società miste pubblico-privato – aggiunge – sono uno strumento di sviluppo socio economico e di valorizzazione del territorio e delle risorse culturali, al punto da rappresentare un’opportunità di crescita dell’economia locale e di nuova occupazione. Purtroppo questo di Baragiano è un ennesimo caso di opportunità sprecata, tenuto conto che il turismo archeologico secondo gli ultimi dati ufficiali, legati ai soli beni culturali statali, in Italia, conta 36,4 milioni di visitatori per oltre 113 milioni di euro di introiti. L’incremento negli ultimi dieci anni è stato del 23% per i flussi e di ben il 40% per gli introiti. In questo quadro, le aree archeologiche pesano per il 50,3% dei visitatori e per il 28,8% degli introiti. Il dato più significativo si riferisce, però, ai circuiti che, in un solo anno, hanno registrato la crescita più significativa pari a un +118,5% per le visite, pari a oltre 8 milioni di visitatori, e addirittura un + 158,7% per gli introiti, pari a 50 milioni di euro. I circuiti – commenta ancora Giglio – sono, dunque, la tipologia più dinamica in grado anche di generare una considerevole quota di introiti che risulta essere pari al 44% del totale. Il successo dei circuiti conferma l’importanza di un’offerta integrata non solo tra le attrazioni in sé ma anche con il territorio e gli altri servizi di ospitalità. Cresce, inoltre, l’importanza di offrire un’esperienza coinvolgente e memorabile al turista soprattutto in senso emotivo ed intellettuale oltre che ricreativo. Chiaramente, diventa fondamentale l’utilizzo delle nuove tecnologie. Strumenti tecnologici utili non solo a facilitare la fruizione ma anche a sviluppare la narrazione e la capacità evocativa e, dunque, potenziale l’”immersione” del turista nella dimensione storica e culturale del bene visitato. Il parco comprende un’area archeologica che ospita una tomba reale del VI secolo a.C., rinvenuta in località Santissima Concezione, la cui visita è proposta attraverso la dimensione ludica, con allestimenti scenografici, musiche di accompagnamento, enigmi e giochi, e un’area verde attrezzata. L’antico centro abitato corrispondente all’odierna Baragiano si trovava su un pianoro tra due affluenti del fiume Platano, in posizione strategica tra i territori di diverse tribù lucane e alla confluenza di vie di traffico commerciali. Lungo le vallate fluviali si erano sviluppati i contatti con la costa ionica (Siris e Metaponto) e con le popolazioni greche ed etrusche della costa tirrenica. Il re del locale popolo lucano dei Peuketiantes, venne seppellito con armi di tipo greco (elmo, scudo, spada e punta di lancia) e le ceramiche e il calderone del corredo funebre sono decorati con storie di Eracle, Dioniso e Teseo. Il percorso di visita propone, accanto alle aree archeologiche, la ricostruzione di alcuni momenti della vita quotidiana lungo due secoli di storia lucana. L’allestimento si rivolge in primo luogo ai ragazzi delle scuole.