RLST-UIL: “Incidenza mortalità lavoro alta in Basilicata”

iniziat. uil con danilo gerardi“Altro che cali delle morti per infortuni sul lavoro, si sono solo trasferiti in categorie non tutelate direttamente dall’INAIL e dallo Stato Italiano. ”. E’ quanto sostiene Danilo Gerardi che attraverso l’ufficio della Rlst si occupa per conto della Uil lucana della delicata questione della prevenzione dagli infortuni sul lavoro con un monitoraggio attento delle varie situazioni, dai cantieri alle industrie, agli uffici. “Parlare di prevenzione infortuni dopo l’ennesimo incidente alla Cmd di Atella non è facile perchè – dice – viviamo ore di angoscia”. Poi, citando dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna sugli incidenti e le morti sul lavoro, il dirigente della Uil evidenzia che dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 445 lavoratori, con le morti sulle strade e in itinere si superano gli 890 morti complessivi (stima minima).  “Sul fronte, invece, dell’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa il dato più scoraggiante – afferma il sindacalista – riguarda la Basilicata con un indice di 33,3 contro una media nazionale di 12,6. E benché il trend sia in diminuzione per quanto riguarda gli infortuni mortali e incidenti, in calo costante nel corso degli ultimi anni, dobbiamo però considerare nel contempo che trattandosi di dati assoluti, sono legati anche – aggiunge – al calo degli occupati ed al calo delle ore complessive di lavoro effettivo. Il vice ministro alle Infrastrutture Nencini nel corso degli incontri in Basilicata ci ha affidato un messaggio su cui riflettere ricordando che da amministratore della Regione Toscana fece una apposita legge perché le Regioni possono legiferare per combattere questo dramma gravissimo, tenuto conto che l’allungamento dell’età pensionabile con la Legge Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 per i nuovi assunti, il Jobs act e “l’alleggerimento “ delle normative sulla Sicurezza degli ultimi governi stanno producendo questi risultati. Occorre tenere presente che nelle statistiche delle morti sul lavoro lo Stato considera morti sul lavoro anche i lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere e che tantissime categorie come per esempio le Partite Iva Individuali, Vigili del Fuoco, Poliziotti, Carabinieri, lavoratori in nero, pensionati in agricoltura e tante altre non rientrano nelle statistiche ufficiali. L’INAIL ha registrato nel 2014 complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi oltre 300 sono morti in itinere ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Noi nel 2014 abbiamo registrati ben 661 morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano nel 2014 i 1300 morti. In otto anni di monitoraggio delle vittime – sostengono gli operatori dell’Osservatorio di Bologna – abbiamo registrato che i morti per infortunio si sono in larga parte trasferiti dall’INAIL a altre categorie. Sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle Partite Iva individuali. Ma perché questa enorme differenza? L’INAIL occorre ricordarlo ancora una volta, registra le morti solo dei propri assicurati e in tantissimi non lo sono. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario – dicono ancora gli operatori dell’Osservatorio di Bologna – fare conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani. Infine, le condizioni di lavoro in agricoltura: a tantissimi sfugge che il trattore è il mezzo più pericoloso in assoluto, come è accaduto ieri a Montalto Uffugo (Cosenza) con la morte di un agricoltore di 48 anni, a seguito del ribaltamento del mezzo agricolo.  Troppe volte – dice Gerardi – si lanciano segnali di tranquillità, pensando che la prevenzione e la tutela siano sufficienti e che le norme sulla sicurezza siano persino troppe ed inutili. Non è così. L’attenzione deve essere massima, come abbiamo riportato ripetutamente all’interno dei tavoli istituzionali proprio per tenere alta la guardia specie nel settore delle costruzioni con l’ennesima vittima di pochi giorni fa. Continueremo a pressare le istituzioni, affinché le condizioni di lavoro possano essere migliorate, sollecitando più controlli ed una straordinaria e costante attenzione.

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