La Cia-Confederazione Italiana Agricoltori ha festeggiato domenica a Tito i cento anni di Pasquale Moscarelli, un agricoltore che è stato per un lungo periodo dirigente dell’Alleanza dei Contadini e del Pci. Antifascista, sin da ragazzo, Moscarelli si è avvicinato all’attività politica a metà degli anni Cinquanta nel vivo delle lotte politiche e sociali che caratterizzavano la Basilicata del tempo. È stato un capocontadino amato e rispettato, che organizzava le lotte per la riforma dei contratti agrari e per migliorare le condizioni di vita nelle campagne del Potentino. Consigliere comunale di Tito dal 1975 al 1985, ha svolto un ruolo di primo piano in un periodo di convulsi cambiamenti con piglio riformista e un approccio anticonformista da apparire quasi un “eretico”. Nella sua figura umana e politica – sottolinea Alfonso Pascale, dirigente nazionale Confcoltivatori e Cia, autore del libro dal titolo Pasquale Moscarelli nella storia delle campagne lucane –è evidente quel tratto tipico della cultura contadina, che vede esaltare la coscienza individuale, il bisogno profondo di autonomia della persona umana, l’agire responsabile del singolo nel contesto sociale; valori antichi che stentano ancora a vivificare e arricchire la modernità e che hanno cozzato per lungo tempo e vivacemente con impostazioni centralistiche, gerarchiche e collettivistiche, prevalenti nella cultura della sinistra. Secondo la Cia “il futuro della rappresentanza del mondo agricolo non può prescindere dal passato. Questo per la Cia significa ripercorrere la sua storia e quella delle lotte contadine che a Montescaglioso come a Venosa e a Tito hanno avuto intorno a figure carismatiche, quali Candido e Novello, Girasole gli ‘eroi’ del riscatto degli ‘zappaterra’. L’obiettivo è quello di riflettere sull’attualità del pensiero dei protagonisti del movimento popolare meridionale e di quello contadino, per porre concretamente al centro del dibattito economico e politico regionale e nazionale la riformulazione, in chiave moderna, dello storico problema: passare dalla ‘questione agraria’ di Rocco Scotellaro e Manlio Rossi Doria ad una più attuale ‘questione rurale’ posta dalla nascita e dall’evoluzione della stessa Politica Agricola Comunitaria, dal continuo processo di allargamento dell’Unione Europea, dai fenomeni di internazionalizzazione selvaggia e dall’irruzione prepotente sulla scena agroalimentare della grande distribuzione organizzata. Sta a noi – conclude la nota – rinnovare la memoria storica delle lotte contadine e l’impegno per diventare il sindacato più moderno del territorio agricolo. Dall’occupazione della terra alla riforma della governance in agricoltura c’è un filo unico che è rappresentato dal protagonismo ieri come oggi del mondo agricolo”.