Nei primi otto mesi del 2015 il saldo tra saracinesche chiuse e inaugurazione di nuove attività in Basilicata è di meno 138 (da 7420 di gennaio-agosto 2014 a 7.282 di gennaio-agosto 20115). Lo rileva l’Osservatorio Confesercenti La perdita di imprese del commercio in sede fissa appare compensata dall’andamento positivo delle commercio ambulante, che nei primi 8 mesi del 2015 mette a segno una crescita del 3,6%. “L’emorragia di chiusure – commenta Prospero Cassino, presidente Confesercenti – non si arresta. A pesare sè soprattutto la deregulation delle aperture delle attività commerciali: il regime attuale, che prevede la possibilità di rimanere aperti h24 per 365 giorni l’anno, è insostenibile per i piccoli negozi, che continuano a perdere quote di mercato a favore della grande distribuzione. Nella nostra realtà se ne avvantaggia solo la grande distribuzione, i centri commerciali delle aree limitrofe, salernitano e barese, soprattutto. Se non si modificherà la normativa, i negozi non agganceranno mai la ripresina dei consumi e continueranno a chiudere. Discorso a parte per gli ambulanti, che aumentano ormai ininterrottamente da tre anni. Un vero boom, che coinvolge soprattutto gli imprenditori stranieri, su cui stiamo conducendo un’importante approfondimento i cui risultati diffonderemo a fine ottobre”. Il dettaglio territoriale – I negozi diminuiscono in tutte le regioni, con maggiore velocità nelle regioni del Mezzogiorno e delle Isole. Fanno eccezione la Calabria, dove si rileva una crescita dello stock di imprese del commercio di 13 unità, ed il Trentino-Alto Adige, in positivo ma di una sola attività. La regione che mostra la diminuzione percentuale ed assoluta più elevata è laSicilia, che si guadagna la maglia nera con una flessione delle imprese registrate del 2,3%, pari a 1.433 negozi in meno rispetto ai primi otto