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Tangenti Anas, inchiesta “Dama Nera”: spuntano fuori lavori appaltati anche tra Vietri di Potenza, Picerno e Potenza

Un tratto del raccordo a Vietri di Potenza

Un tratto del raccordo a Vietri di Potenza

ROMA – Passa anche dalla Basilicata l’inchiesta delle tangenti Anas. Sessantacinque mila euro sarebbero stati i soldi sborsati da Tecnis per aggiudicarsi un appalto a Potenza al solo funzionario, Oreste De Grossi, in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. E altri sarebbero stati pagati alla signora Accroglianò, la cosiddetta “Dama nera”. Sono i dettagli emersi nell’interrogatorio dei pm romani, ieri, a De Grossi. Che ha raccontato i dettagli inediti dell’operazione: ««La Tecnis – ha precisa il funzionario – avrebbe comunque vinto anche senza il mio intervento. Quando l’Accroglianò mi chiamò per chiedermi come stesse andando la gara, di cui ero presidente, io le risposi che pensavo che la gara sarebbe stata aggiudicata a Tecnis, allora lei mi propose di farci dare dei soldi e far credere a Tecnis che per merito nostro avrebbero vinto la gara e io accettai». Nella confessione De Grossi ha aggiunto anche di aver speso la tangente di 65 mila euro a lui pagata in hobby. «Li ho spesi subito, comprando trenini, di cui faccio collezione, francobolli, vestiti. Avrò speso 10 mila euro di francobolli. Ho comprato modelli di trenini che costano circa 300 euro l’uno, ne avrò comprato una decina», ha detto il manager interrogato dai sostituti Francesca Loy e Sabina Calabretta. Il funzionario, responsabile del servizio incarichi tecnici dell’Anas, ha ammesso di aver ricevuto la mazzetta «dall’imprenditore Bosco della Tecnis – si legge nel verbale – in forza di un accordo preso dalla signora Accroglianò (la cosiddetta ‘Dama Nerà, ndr) con i rappresentanti della Tecnis, Bosco e Costanzo, perchè avessero l’assegnazione di una gara per la quale ero presidente di commissione. Le dazioni di denaro venivano fatte a me da Bosco e io appena ricevuti i denari li dividevo con la Accroglianò». «Parimenti – ha precisato – ho ricevuto da lei la metà di quello che lei sosteneva aveva avuto avuto da Bosco». Si sa che si tratta di un appalto vinto dalla Tecnis a Potenza, ma non quale sia di preciso. La società di Bosco si è aggiudicata comunque i lavori di adeguamento strutturale e messa in sicurezza dell`Itinerario Basentano, nel tratto compreso tra Vietri, Picerno e il capoluogo. Il verbale di interrogatorio è stato depositato al tribunale del riesame che deve pronunciarsi sulle richieste di revoca degli arresti per cinque funzionari dell’Anas (Accroglianò, De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante) e l’imprenditore Giuliano Vidoni, quest’ultimo ai domiciliari per corruzione. In vista dell’udienza di oggi i pm Loy e Calabretta hanno depositato una serie di atti compresi alcuni scritti anonimi, per la procura riconducibili alla Accroglianò, inviati da questa ad Anas, procura della repubblica e ministero delle Infrastrutture per sviare, attraverso la chiamata in causa di altri soggetti, l’attenzione dal suo operato. Nell’inchiesta giudiziaria sono coinvolte complessivamente dieci persone: tra loro l’ex sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture Luigi Meduri, ai domiciliari. Contemporaneamente è stata interrogata il 3 novembre scorso la stessa Accroglianò, la quale nell’ammettere gli addebiti contestati, ha anche dichiarato: «Non c’è un imprenditore che non possa dire che non ha pagato per avere l’aggiudicazione di una gara». Parlando poi dei suoi rapporti con l’ex sottosegretario Meduri ha aggiunto: «Non sono a conoscenza se ci siano stati passaggi di denaro tra lui e gli imprenditori di Tecnis, ma lui otteneva dei favori in cambio della sua assidua presenza in Anas, infatti aveva ottenuto la assunzione della nuora nella società Quadrilatero, società partecipata di Anas. Io non ho assistito a consegne di denaro dalla Tecnis, ma so che Meduri aveva procurato un incontro a Costanzo con il ministro Delrio a Palermo e so che si sono incontrati a Palermo».

Fonte: Il Quotidiano del Sud

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