Lussuriosi, golosi, avari e prodighi; eretici ed assassini, sodomiti e suicidi; ingannatori di ogni specie e traditori di ogni risma. Il viaggio all’Inferno di Dante, attraversa tutte le possibili gradazioni del male umano, ma è al tempo stesso un lungo e complesso percorso di formazione umano anche per noi lettori dell’era digitale. Il salone Santa Cecilia di Tito, giovedì 21 aprile 2016, dalle 18,00 alle 21,00, è divenuto luogo di questo viaggio per un pubblico di adulti e ragazzi numeroso e partecipe.Luisa Salvia, presidente dell’Associazione “Donne 99” ha fortemente voluto celebrare il 750° anniversario del poeta. Ha saputo trovare la collaborazione di Assunta Arte, responsabile della biblioteca di documentazione scientifica del CNR di Basilicata, dell’Associazione Dante Alighieri di Potenza, dell’Associazione Filatelica Culturale “Isabella Morra” di Potenza e dell’Amministrazione Comunale di Tito e ha offerto una serata indimenticabile. Il sindaco di Tito Graziano Scavone ha ringraziato le associazioni che hanno organizzato la serata perché “la Basilicata torni ad essere, dopo “trivellopoli” per l’Italia e per il mondo quella di Matera 2019”. I giovani ricercatori del CNR Zeno Verlato e Valentina Bartalesi hanno presentato rispettivamente un vocabolario dantesco on-line e “Dante Sources”, una biblioteca digitale delle fonti dantesche. La preside dell’Istituto Comprensivo “Busciolano” di Potenza Diana Camardo ha letto con controllato trasporto il quinto canto dell’Inferno, introdotta dalla presidente della Dante prof.Maria Raffaella Pennacchia Vertone. “Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avanti”. I ragazzi della Busciolano, accompagnati dalle docenti, fotografano e filmano per approfondire poi in classe. Il professor Umberto Savoia ha presentato una mostra filatelica di grande pregio delle tre cantiche e l’attore Pino Quartana, introdotto dalla giornalista e scrittrice Lorenza Colicigno, ha fatto vibrare ed emozionare la sala recitando Ulisse e la sua sventura. In questa cantica vi è una delle terzine più famose di tutto l’Inferno e forse di tutta la Commedia. Sono parole (“orazion picciola”) che Dante fa dire a Ulisse quando questi voleva convincere i suoi compagni ad avventurarsi verso l’oceano: “Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza”. Dalla memorabile “selva oscura” fino all’incontro con Dio, il viaggio di Dante è il percorso di redenzione del protagonista che diventa occasione per parlare, in modi e forme che hanno radicalmente cambiato il senso stesso della nostra storia letteraria, del mondo dei vivi, e anche di tutti noi. Dante è non solo attualissimo ma è universale, duttile, ispirante. Luisa Salvia, concludendo la serata ha raccomandato: “coltiviamo la poesia e la bellezza per continuare a dare speranza alle giovani generazioni”.
Mario Coviello