“L’elenco diffuso dal Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico) degli incentivi a disposizione di aziende a prevalenza femminili e per favorire start up ed imprese giovanili è una nuova opportunità da cogliere per far crescere specie nel Mezzogiorno la piccola e media impresa con al timone donne e giovani”. A sostenerlo è Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, riferendo che secondo l’ultimo Rapporto Cerved al Sud sono 1000 le startup potenzialmente innovative non iscritte, il 21% di quelle stimate nell’intera penisola: sommate a quelle già presenti nella sezione speciale, in totale sono oltre 2,2 mila le startup con potenziale di innovazione con sede al Sud, l’1,1% delle “vere” nuove società di capitale nate dopo il 2008. Quasi tre quarti delle società ad alta innovazione non iscritte ha sede in Campania (327), Puglia (224) o Sicilia (189). Solo in tre regioni il numero di startup innovative stimate supera quello delle iscritte: Campania, Puglia e Basilicata. Sono 25 mila le PMI presenti in queste regioni e danno lavoro a 632 mila addetti (2013) per un fatturato complessivo di 125 miliardi di euro, il 14,9% di quello nazionale, con un valore aggiunto di oltre 27 miliardi (14,6% di quello nazionale). Le imprese hanno contratto debiti finanziari per un importo di circa 42 miliardi (il 16,4% del totale dei debiti delle PMI italiane). Una quota maggiore di fatturato, pari al 55,3%, è stato prodotto da piccole imprese, soprattutto in Puglia (59,1%), Molise (59,1%) e Calabria (57,3%), mentre il 44,7% è generato da quelle di medie dimensioni, con un maggior peso in Basilicata (46,3%) e Sardegna (45,7%). In questi dati – è il commento di Gentile – c’è l’apporto determinante dell’artigianato e delle pmi. Dietro questi successi ci sono la voglia di scommettere in proprio, le esperienze di piccoli makers ad alto tasso di innovazione. Secondo l’Ufficio Studi Confartigianato, il 42,8% delle imprese manifatturiere tra 3 e 9 addetti hanno introdotto innovazione, a tal riguardo va sottolineato che le piccole imprese manifatturiere presentano una quota di fatturato derivante da prodotti nuovi del 17,6%, superiore al 14,3% delle imprese di medie dimensioni e anche al 16,9% delle grandi imprese. I makers artigiani danno lavoro a quasi un milione (974.987) di occupati, il 25,3% dei lavoratori del settore manifatturiero e il 34,2% dell’occupazione artigiana. Per la vice presidente di Confartigianato infine si è in attesa di verificare gli interventi e i finanziamenti a sostegno della pmi che il Premier Renzi ha previsto nel Patto per il Sud e di conseguenza in quelli con le singole Regioni. Nel caso della Basilicata ci sono 8 milioni di euro a favore di imprese start up e spin off oltre che per il potenziamento di acceleratori ed incubatori di impresa e 15 milioni per il fondo di rotazione pe investimenti delle Pmi ed altri strumenti di ingegneria finanziaria innovativi. Risorse importanti che – conclude – vanno impiegate in maniera efficace.