Val D’Agri, i lavoratori del Cova e dell’indotto Eni: “Non mollano di un centimetro”

1Non mollano di un centimetro i lavoratori del Cova di Viggiano e di tutto l’indotto Eni. Se da un lato la notizia del ‘dissequestro temporaneo’ ha generato un senso di fiducia e speranza, dall’altro resta vivo l’interesse sui temi relativi ai tempi per le autorizzazioni e alle risposte che sapranno garantire, in termini di efficienze e d efficacia, gli strumenti di monitoraggio e controllo. Nella scorsa settimana il Senatore Bratti, Presidente della Commissione bicamerale d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle ecomafie, ha riformulato il proprio invito alla Regione Basilicata augurandosi una ‘azione rapida ed incisiva per potenziare l’Agenzia ambientale regionale (Arpab) nei mezzi e nelle qualità professionali in quanto tutti i cittadini devono sapere con certezza qual è l’impatto ambientale dell’impianto e, soprattutto, sono necessarie garanzie sul rischio sanitario’. Il Comitato Un Patto per la Val d’Agri, fedele ad uno degli imperativi morali che ispirano la propria azione civica e cioè quello di battersi anche per pretendere il giusto contemperamento tra attività estrattiva, preservazione ambientale e salvaguardia della salute pubblica, torna sul tema e si chiede se gli organi di controllo pubblico (Arpab in primis) saranno all’altezza della tipologia impiantistica e se sapranno certificare gli eventuali impatti da essa determinati. Il Comitato Un Patto per la Val d’Agri, a tal proposito, consapevole dei problemi esistenti, auspica che si metta in condizione l’organismo ufficiale di controllo di operare al meglio nel rispetto dei suoi compiti istituzionali.

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