VIGGIANO, 14 GIUGNO 2016 – Gli sviluppi delle vicende legate al Cova di Viggiano ed all’Indotto Eni della Val d’Agri stanno comprensibilmente creando una vasta eco mediatica e politica, generando uno stimolante dibattito su ciò che è stato, su ciò che è e su ciò che potrà o potrebbe essere. Tra dichiarazioni trasversali di diversi ‘vessilli’ politici, tra comunicati istituzionali e meno, tra posizioni ufficiali e non, il Comitato Un Patto per la Val d’Agri continua a recitare un ruolo principe, non solo per l’apporto diretto e qualificato che sta fornendo in termini di contributo al confronto dialettico ma, soprattutto, per la presenza costante e quotidiana che, di fatto, fa del Comitato la ‘sentinella’ dei diritti di una Valle che, attualmente, resta sospesa tra l’incertezza e la speranza. Non si può sminuire l’opera meritoria che sta prestando da mesi il Comitato Un Patto per la Val d’Agri declassandola semplicisticamente, superficialmente e, forse anche speciosamente, come mera azione volta esclusivamente a ristabilire la situazione occupazionale e lavorativa. Il Comitato non solo non ci sta, ha chiesto altro e non accetta se ne fornisca un’immagine faziosamente distorta, ma soprattutto sposa in pieno tutte quelle posizioni politico-amministrative-istituzionali che tendono, in maniera propositiva e costruttiva, a dare una chiave di lettura critica della vicenda come quella offerta, in maniera anche coraggiosa, dal Primo Cittadino di Viggiano e Consigliere Provinciale Avv. Amedeo Cicala. Questo proprio perché la ‘missione’ del Comitato, fin dall’inizio, è stata improntata alla volontà di dare un modesto contributo per ottenere garanzie che si traducessero nel ripristino delle preesistenti condizioni lavorative; nell’ulteriore sviluppo socio-economico-occupazionale di una Valle che merita un impulso programmatico-produttivo maggiore; nell’implementazione di tecnologie legate al processo estrattivo che, da un lato, ottimizzino i principali parametri operativi e di sicurezza e, dall’altro, riducano l’impatto e l’impronta ambientali; nella tutela più assoluta della salute pubblica, della qualità della vita e della preservazione non solo delle matrici ambientali ma anche delle suscettività offerte dal territorio. ‘Ribadiamo con forza – sostiene unanime il Comitato Un Patto per la Val d’Agri – la nostra posizione: ci battiamo perché ci venga riconsegnato il diritto al lavoro, ma, contestualmente, ci battiamo per difendere il diritto alla salute dei nostri figli, delle comunità valdagrine tutte e ci battiamo perché si trovi il giusto e perfetto contemperamento tra esigenze estrattive e salvaguardia della qualità ambientale. Siamo stati tra i primi a rivendicare un nuovo modello di sviluppo per la Valle ma siamo stati anche tra i primi ad interrogarci sul grado di ‘reattività’ che farebbe registrare l’Arpab nel momento in cui dovesse ripartire il ciclo produttivo e siamo stati i primi a chiedere che al processo produttivo si legasse un monitoraggio ancora più certo. Per questo motivo siamo riconoscenti a chi, come il Sindaco Avv. Amedeo Cicala, in questo momento storico per il Cova di Viggiano e per tutto l’Indotto Eni di Viggiano, denota un alto senso di sensibilità politica ed istituzionale in un’interpretazione molto pavida della propria carica amministrativa. Siamo e saremo sempre schierati a difesa di simili posizioni perché noi siamo alfieri di diritti, non sciacalli egoisti’.
Comitato Un Patto per la Val d’Agri