VIGGIANO, 13 luglio 2016 – Sono passati ben 103 giorni da quel 31 marzo che sancì il blocco delle attività legate al Cova di Viggiano. Da quel giorno nulla fu come prima: cessazione immediata del processo estrattivo di produzione, blocco occupazionale, ricadute negative sul comparto industriale, artigianale, sociale, effetti negativi sulle matrici commerciali e demografiche, diffusione di uno stato d’animo di inquietudine generale, dubbi, incertezze. Da subito, però, i lavoratori dell’Indotto non vollero cedere alla sfiducia, allo scoramento, all’inerzia e fecero gruppo dando vita al Comitato Un Patto per la Val d’Agri, vero e proprio presidio di diritti: diritto al lavoro, diritto alla tutela ambientale, diritto alla salvaguardia della salute pubblica, diritto ad un monitoraggio chiaro e sicuro, diritto ad uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle suscettività ambientali e paesaggistiche. Da allora il Comitato non ha mai mollato di un centimetro, ha sempre rappresentato un baluardo inespugnabile a difesa delle proprie rivendicazioni. Assemblee, incontri, banchetti informativi, briefing sono diventati il pane quotidiano di chi vedeva in quella fiammella sempre più fioca e flebile del Centro Olio di Viggiano delle istanze sempre più consunte. Con dedizione, abnegazione, tenacia e spirito coriaceo il Comitato Un Patto per la Val d’Agri non ha mai vacillato, resistendo anche a non poche difficoltà, qualificandosi spesso come interlocutore privilegiato dei vari soggetti coinvolti nella vicenda. Ora il Comitato, per ragioni meramente materiali e tecniche, dismette in maniera temporanea il proprio presidio permanente, continuando però nella propria battaglia che ne ha contraddistinto da sempre il meritorio operato. ‘Con la conclusione dei lavori di modifica ed adeguamento conclusi da Eni in anticipo rispetto ai tempi annunciati, con l’approssimarsi del riavvio graduale delle varie componenti dell’impianto, con il ripristino progressivo delle condizioni lavorative ed occupazionali, – sostiene il Presidente del Comitato Un Patto per la Val d’Agri Ernesto Pisani – si è appalesata l’impossibilità umana e materiale di continuare per il momento ad assicurare la nostra presenza in termini di presidio. Il nostro rompete le righe, però, non si traduce in alcun modo in un disimpegno che noi non faremo mai registrare in quanto ci siamo posti degli obiettivi da perseguire e raggiungere, non in qualità di lavoratori ma in qualità di cittadini interessati alle sorti presenti e future delle nostre comunità valligiane. Gli scenari che si prospettano, seppur in parte soddisfacenti, non cancellano del tutto la imperante preoccupazione e ci spingono a non abbassare i livelli di attenzione e di impegno civile. Ci sono degli imperativi morali che da sempre hanno ispirato la nostra azione e che continueranno a farlo. Persevereremo nel chiedere – prosegue il Presidente Pisani – un monitoraggio certo che sia improntato ai criteri di efficienza, efficacia e trasparenza; che le genti della Valle siano informati in maniera chiara sulle varie forme di monitoraggio e sugli interventi strutturali e funzionali che andranno ad investire l’Arpa di Basilicata; che vengano garantiti i preesistenti standard occupazionali. In questo senso sposiamo in pieno e facciamo nostre e sposiamo in pieno tutte quelle iniziative che sollecitano ed auspicano l’individuazione delle migliori forme di contemperamento tra lavoro, salute ed ambiente, come quella, ad esempio, quella posta in essere dai Segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil con la richiesta di convocare con urgenza il Tavolo della Trasparenza.’
Ernesto Pisani
Presidente del Comitato Un Patto per la Val d’Agri