Basilicata, il 25 % delle famiglie lucane risulta in condizione di povertà relativa. La denuncia di Napoli (FI)

Foto Michele 2“Il 25% delle famiglie lucane risulta in condizione di povertà relativa, cioè ha vissuto nel 2015 al di sotto della linea di povertà, stabilita dall’ISTAT, per una famiglia di due componenti, in 1050,95 euro al mese”. A sostenerlo è Michele Napoli, Presidente del Gruppo Forza Italia di Basilicata, che nel commentare il report diffuso oggi dall’ISTAT relativo all’incidenza della povertà relativa(cioè la percentuale delle famiglie “povere relativamente” rispetto al totale delle famiglie residenti in Basilicata) aggiunge:” L’Istituto Nazionale di Statistica smentisce clamorosamente il Presidente Pittella, laddove afferma di aver abbattuto la povertà in Basilicata, e testimonia il fallimento delle politiche di inclusione sociale a tutt’oggi poste in essere dal governo regionale”. Dall’indagine emerge, ha povertà_aaaproseguito Napoli, “ come la percentuale delle nostre famiglie che versa in condizioni di povertà, cioè che spende per consumi meno della soglia di povertà stabilita convenzionalmente dall’ISTAT, sia sostanzialmente la stessa di quella registrata nell’anno 2014( 25,5%), nell’anno 2000( 25,2%), nel 2005( 24,5%) e nel 2013( 22,9%) e come in Basilicata l’incidenza di tale indicatore sia sempre più che doppia rispetto a quella che si risconta in Italia, dove solo il 10,4% delle famiglie composte da due persone è povera”. Eppure, ha precisato l’esponente azzurro “nessuna regione d’Italia ha potuto beneficiare, come la Basilicata, dei proventi delle royalties del petrolio o di Programmi comunitari di inclusione sociale come il Fondo Sociale Europeo che nel ciclo 2007-2013 aveva una dotazione finanziaria di 322 milioni di euro”. Evidente, per Napoli, il fallimento del COPES costato più di 100 milioni di euro e con esso delle politiche di stampo assistenziale perpetrate negli ultimi dieci anni dall’attuale maggioranza di governo, cui compete la responsabilità di aver disperso le risorse pubbliche nei rivoli del consenso, rinunciando a delineare, di fatto,  progettualità ed orizzonti di ampio respiro, unici e reali antidoti del sottosviluppo regionale

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