E’ passata appena una settimana e l’appuntamento del lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 17,00 alle 19,00, nell’oratorio parrocchiale di Bella è già diventato una piacevole abitudine. Puntuali, accompagnati dalle mamme e da soli un gruppo di bambini e bambine dai tre ai sette anni arrivano in oratorio in questi pomeriggi di luglio che sono tornati afosi. Si staccano dal televisore, dal tablet, dal cellulare e ritrovano il gusto di stare insieme. Il viceparroco Don Ovidio Duarte con catechiste e volontari li accoglie e i bambini si mettono subito in movimento. Un proiettore è già acceso e si incomincia con “la danza della piadina”, ”il saluto del capitano”…. Giusto per sgranchirsi un po’ le gambe. Poi la preghiera Il Padre Nostro e la visione del cartone animato che presenta il brano del vangelo della domenica. Gesù invita i bambini a bussare alla porta dell’amico per chiedere aiuto, insiste sulla necessità di non smettere di bussare perché “Bussate e vi sarà aperto, Chiedete e vi sarà dato”. Poi tutti a terra per parlare della preghiera che Gesù ci ha insegnato. Egli ci spinge a chiamare Dio “papà”, Dio che è con noi sempre, e ci invita a benidirLo, ringraziarLo e non a bestemmiare… E i piccoli raccontano che i “grandi “a volte si arrabbiano e dicono “le parole brutte”, ma “noi diciamo che le parolacce non si devono dire “. Gesù ci insegna a perdonare l’amico che ci ha fatto un dispetto, ci ha dato uno spintone, ha detto “cose brutte” su di noi. E riscopriamo questi “piccoli” che sono grandi perché attenti, furbi, prevaricatori, dolci. Sono bisognosi di ascolto vero, di abbracci, di assicurazioni. Subito dopo si colorano e completano i fumetti che raccontano la parabola del giovane che di notte non si stanca di bussare alla porta dell’amico per chiedere tre pani e non smette fino a quando non ottiene quello di cui ha bisogno. E mentre si taglia, incolla, si prepara il grande cartellone che verrà portato in chiesa domenica, alla messa delle undici, c’è il tempo per gustare la torta fragrante e ancora calda che una mamma ha portato. E alcune mamme, anche se stanche per il lavoro, la cucina, le pulizie, si fermano con i piccoli e gli animatori e piano piano tornano bambine. Incominciano a fare qualche passo di danza, giocano nella gara degli spaghetti da infilare con la bocca in una bottiglia e con “il gioco delle scatoline “, diventano con i piccoli scimmie, galline, maiali, elefanti…E le due ore scorrono in fretta, c’è appena il tempo per una preghiera di ringraziamento finale e per darsi appuntamento a lunedì, stesso posto, stessa ora.
Mario Coviello