Da Vietri di Potenza per solcare le onde: “Da bambino volevo volare”. Carmine e il windsurf

Chi lo ha detto che i sogni non si avverano? Il suo si è avverato e gli sta regalando emozioni difficili da descrivere e troppo belle da vivere. Stiamo parlando di Carmine Navarra, 27enne di Vietri di Potenza. “Da bambino volevo volare, ogni mezzo andava bene per staccarmi dalla realtà. Ho sempre amato le competizioni di ogni tipologia, ma solo a 24 anni sono riuscito a materializzare questo sogno di volare tra cielo e mare, in bilico”. “In circa quattro anni –ha dichiarato al Quotidiano– ho raggiunto un livello pro nel mondo del Windsurf, in gradi di partecipare al campionato italiano AICW e competere con gli atleti più forti d’Italia. Questo sport ha cambiato la mia vita, e adesso non posso IMG_9512farne più a meno. Questo sport mi regala gioie e speranze, in un mix con grinta, tenacia e tanta pazienza”. Non uno sport qualsiasi, ma molto duro ed impegnativo: “Per me questo sport è anche una filosofia di vita. Bisogna essere portati, e non bastano solamente passione e dedizione. I muscoli vengono sottoposti a stress inumani”. Il vietrese Navarra gareggia in diverse gare meòòa disciplina dello slalom. Uno sport dove contano molto anche le attrezzature, come tavole, pinne, vele, alberi e altre componenti, tra l’altro, abbastanza costose. Chissà che proprio dalla Basilicata possa arrivare uno sponsor per lui, che è legato alla Fiv (Federazione Italiana Vela), ed è iscritto all’Associazione Italiana Classi Windsurf. In genere si allena –anche per motivi logistici- sul Lago Maggiore, in Lombardia. Sta partecipando, con il club Asd La Darsene Wakeboard, al campionato Italian Slalom Tour 2016, circuito Centro e Nord Italia, organizzato dall’AICW e FIV. Su oltre sessanta atleti, si trova provvisoriamente all’ottavo posto. Resta un’altra tappa, in Toscana, prima del rush finale che si terrà in Sicilia. E’ lui l’unico rappresentante della Basilicata in questo campionato, e forse è anche l’unico in Italia, tra l’altro con ottimi risultati. Riesce molto bene a destreggiarsi e muoversi sull’acqua con la sua tavola, e non mancano i sacrifici per l’attrezzatura. Per questo, poc’anzi, abbiamo fatto appello ad un eventuale sponsor lucano per lui. Si muove grazie all’azione propulsiva determinata dal vento, su di una vale, anche se in alcuni casi particolari l’azione propulsiva principale è generata anche dalle onde. La vela è montata su un albero, che a sua volta è fissato alla tavola, lì dove poggia il velista, o anche denominato windsurfer, italianizzato “windsurfista” o “surfista”. La loro vita, in gara e durante gli allenamenti, è durissima. Non essendoci un timone, per condurre una tavole, si deve agire sull’inclinazione dell’albero, portare la prua al vento ed impostare un’andature e trovare il giusto equilibrio. All’aumentare della velocità si raggiungono le cosiddette “condizioni di planata”. Da qui un lavoro di forza, equilibrio, tenacia e concentrazione. “Se esiste un frate vento o Dio Eolo –ha concluso Carmine intervistato dal Quotidiano- io lo ringrazio, perché grazie a lui sono riuscito a controllare questa grande fiamma che avvampa dentro di me fin dalla nascita. Ma ora che ho imparato a volare tra cielo e mare non ho più paura di cadere”.

Claudio Buono

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