In provincia di Potenza il 20,7 p.c. delle imprese prevedono assunzioni nel 2016 per un totale di 3.100 unità (salgono a 4.700 in totale in Basilicata) concentrate per il 59 p.c. nei profili professionali più bassi, ma il 10,5 p.c. delle stesse aziende segnala difficoltà di reperimento. Sono dati diffusi da Rete Imprese Italia Potenza che ha rielaborato, su scala provinciale, il rapporto 2016 Excelsior, che Unioncamere realizza annualmente in collaborazione con il Ministero del Lavoro sulle assunzioni. Altri indicatori significativi per comprendere le dinamiche del mercato del lavoro secondo le esigenze delle piccole e medie imprese della provincia di Potenza: il 56,1 p.c. delle aziende che ha già assunto o lo farà entro la fine dell’anno considera “non rilevante” l’età degli assunti; il 22,9 p.c. si concentra sui giovani sino a 29 anni; il 42,7 p.c. fa ricorso a diplomati e il 9,5 p.c. a laureati. Quanto alle figure professionali, il rapporto le divide in tre grandi gruppi: “higt-skill” che assorbono il 10,8 p.c. delle assunzioni; “medium-skill” il 30,2 p.c. e “low-skill” il 59 p.c. Ancora, il 22 p.c. delle aziende sceglie persone in possesso di qualifica professionale e il 25,8 p.c. senza nessuna formazione specifica. Le imprese del Potentino che hanno svolto formazione nel 2015 raggiungono il 20,8 p.c. del totale; quelle con persone in tirocinio il 13,1 p.c.; imprese che hanno ospitato nel 2015 studenti “in alternanza scuola lavoro” il 4,4 p.c.; imprese che hanno previsto nel 2016 di ospitare nel 2016 studenti “in alternanza scuola lavoro” sono il 6,3 p.c. Secondo l’indagine – evidenzia Fausto De Mare, presidente Confcommercio Imprese Italia Potenza – le assunzioni di quest’anno sono prevalentemente concentrate nel terziario, per il maggiore turnover tipico di questo settore. Sono soprattutto i settori del turismo-ristorazione, del commercio e dei servizi alle persone a prevederne il maggior numero: circa il 50% del totale. Particolarmente dinamici sono i servizi avanzati di supporto alle imprese che mostrano una crescita decisa delle assunzioni previste quest’anno rispetto alle previsioni dell’anno scorso, seguiti dai servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone e dai servizi finanziari e assicurativi. Indicazioni utili – afferma De Mare – per la programmazione della nuova attività di formazione, aggiornamento e riqualificazione professionali che vede impegnata la Regione con il Programma FSE 2014-2020 e che, ci auguriamo, ci coinvolgerà direttamente per mettere fine ai corsi di formazione inutili. Quanto alle difficoltà di reperimento segnalate dalle nostre aziende – sottolinea Prospero Cassino, presidente Confesercenti Potenza – poco più di una figura su 10 tra quelle indicate nel corso dell’indagine sarà difficile da trovare e anche se tra i settori produttivi, si concentra in buona parte nella metalmeccanica, elettronica ed informatica, nei settori di nostra competenza i contabili, i tecnici della vendita e della distribuzione, i tecnici del marketing sono le figure di cui c’è più bisogno. Nel comparto ristorazione-alberghiero, invece, le difficoltà riguardano i camerieri, i cuochi, baristi, addetti alla gestione dei magazzini. Il nostro sforzo avviato da tempo è supportare le imprese – dice ancora Cassino – nella qualificazione del personale. Il futuro occupazionale dei giovani – afferma Antonio Miele, presidente Confartigianato – incomincia a scuola, anzi dall’alternanza scuola-lavoro. I numeri dell’indagine confermano la necessità di voltare pagina definitivamente rispetto alle esperienze del passato, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro, valorizzare le competenze, importare in Italia l’esperienza tedesca del sistema di formazione ‘duale’, efficace collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo delle imprese che consente ai giovani di conseguire un titolo di studio imparando un mestiere. E’ questa la strada per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile e potenziare la qualità manifatturiera made in Italy. L’alternanza scuola-lavoro è la strada giusta. Le novità per far incontrare il ‘sapere’ e il ‘saper fare’ sono positive. Ma per farle funzionare, le aziende non devono essere gravate da nuovi oneri e adempimenti. Non chiediamo incentivi, ma semplicemente di non incontrare nuova burocrazia che rischia di scoraggiare la partecipazione degli imprenditori”. “Bisogna ancora superare alcuni ostacoli che impediscono ai ragazzi di entrare in azienda per imparare un mestiere. In un laboratorio d’artigiano – afferma ancora Miele – uno studente impara più cose che in una grande azienda, e riceve più attenzione. Aiutiamo gli artigiani a insegnargliele. Non è nostalgia: oggi, assai più che nel ‘900, sapere e saper fare convergono. Il futuro del lavoro è anche nelle nostre mani”.