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Per non dimenticare, trentasei anni fa il sisma che sconvolse Irpinia e Basilicata: 2.914 vittime, 8.848 feriti e 280.000 sfollati

Ricorre oggi una ricorrenza indimenticabile per il sud Italia, in particolare per Basilicata e Campania. Il 23 novembre di trentasei anni fa, 23.11.1980, data stampata nella mente di tutti, si verificò terremoto-irpiniail gravissimo sisma di magnitudo 6,9 gradi della scala Richter, e del X° grado della scala Mercalli. Circa 90 secondi di terrore, per una profondità di 30 km. Tre le regioni interessate, Basilicata (131 Comuni), Campania (542 Comuni) e Puglia (14 Comuni). Di questi 37 dichiarati disastrati, 314 gravemente danneggiati e 336 danneggiati. In totale un sisma che ha toccato circa il 9 % dei Comuni italiani. La forza del sisma ha colpito una superficie di 17.000 km e coinvolto una popolazione di circa 6 milioni di abitanti. 2914 le vittime, 8848 i feriti, 280000 gli sfollati e ben 362000 le abitazioni distrutte e danneggiate dal terremoto. Secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta sono stati stanziati ben 66 miliardi di € dal 1980 ad oggi per la ricostruzione. Oggi in Italia è ancora in vigore un’accisa di 75 lire (4 centesimi di €) su ogni litro di carburante acquistato, imposta dello Stato per finanziare la ricostruzione. Sant’Angelo dei Lombardi, centro dell’Irpinia, il Comune che ha pagato più a caro prezzo per numero di vittime. Ben 482. Il sisma in Basilicata ha interessato Bella, Balvano, Brienza, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Potenza, Ruvo del Monte e Vietri di Potenza. A Balvano 77 morti, di cui 66 causati dal crollo della chiesa Madre, oggi ricostruita allo stesso posto. La Basilicata e la Campania non dimenticano quel giorno che ha segnato la vita di molti, e che non sarà mai dimenticato. A distanza di 36 anni tantissimi luoghi sono ancora “intatti”, e la ricostruzione ancora non si è conclusa. Molti non hanno ancora avuto un alloggio, sia nei piccoli paesi ma anche in esempi più vasti come Potenza (vedi Bucaletto). 

Claudio Buono

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