Diciotto anni, occhi chiari, una grande passione per il ciclismo, la natura e le passeggiate lungo i sentieri del Parco Nazionale del Pollino, tanta determinazione e un talento per la ricerca, l’informatica e le nuove tecnologie. È bravo, Francesco Gugliotta (nella foto de “La Gazzetta del Mezzogiorno”), nato e cresciuto a Carbone, paese lucano di appena 600 abitanti, noto per i monaci basiliani, per il Monastero di Sant’Elia e per la lotta, durata anni, per l’uscita dall’isolamento e la realizzazione della strada «Serrapotina». Francesco torna spesso qui. Lo abbiamo incontrato proprio nel suo paese, dove è tornato per qualche giorno di riposo. Perché lui, dopo le medie, si è trasferito a Napoli per studiare informatica all’istituto «Augusto Righi» di Fuorigrotta. Per lui questo è l’ultimo anno, poi dovrà pensare al suo futuro. Il presente, invece, ci consegna una bella storia di impegno e vittoria («perché i risultati arrivano sempre se ci credi e ti impegni»). Il 27 gennaio, ad Amsterdam, si è svolta, come ogni anno, una competizione internazionale di programmazione robotica lanciata dal Mit di Boston assieme alla Nasa e all’ Esa; si tratta di realizzare codici di programma per il controllo di piccoli satelliti. Sono centinaia i partecipanti da tutto il mondo, che affrontano dure selezioni e solo pochi arrivano alla fase finale. Quest’anno la competizione è stata vinta proprio dal team di Francesco, dalla sua scuola in «alleanza», come prevede il regolamento, con altri team, tra cui uno americano. La finale si è svolta, in collegamento via satellite, con gli astronauti della stazione spaziale internazionale e Francesco, oltre a partecipare, ha avuto il compito di rappresentare il suo team. Non è facile raccontarlo, tanto quanto non sia realizzarlo, perché occorrono, nel contempo, nozioni di fisica, matematica e informatica. Fatto è che l’Italia e Napoli sono saliti agli onori della ribalta a livello internazionale. «Una bellissima esperienza – ha detto Francesco – abbiamo raggiunto questo obiettivo grazie al lavoro di gruppo. Mi piacerebbe avvicinarmi all’Aereonautica militare. Mi piacciono gli aerei, non mi dispiacerebbe pilotarne uno, anche di linea. Oppure, nel mio lavoro di informatico, specializzarmi sulle reti internet». C’è una cosa che Francesco sa di non voler fare. «Non metterei le mie competenze al servizio di progetti militari, che hanno a che fare con le cosiddette bombe intelligenti e, in generale, con la guerra. Sono per la ricerca per usi positivi».
Fonte: Articolo di Mariapaola Vergallito – La Gazzetta del Mezzogiorno