Davanti la sede della Regione Basilicata il flash mob contro il petrolio: “Riflettere sullo scempio del territorio”

Con il flash mob #NOPETROLIO #NOPITTELLA portavoce M5S, attivisti e cittadini hanno ribadito la richiesta di chiusura definitiva del COVA, le dimissioni di Pittella e lo stop all’apertura del centro oli Total di Corleto Perticara. Uscire dalle fonti fossili e incamminarsi verso le energie rinnovabili non solo è possibile, ma urgente. Al suono della sirena, acustico richiamo mnemonico agli innumerevoli incidenti avvenuti al COVA negli ultimi anni, il flash mob del M5S ha cercato di ibernare per alcuni minuti lo scorrere della vita quotidiana, cercando di invitare tutti i cittadini e le Istituzioni a riflettere sulle (sempre più rischiose e difficili) condizioni in cui è costretto a vivere il popolo lucano, soprattutto in Val d’Agri a causa delle estrazioni petrolifere.  La manifestazione di oggi ha tentato di porre all’attenzione della pubblica opinione il “gorgo” sociale ed economico nel quale la fallimentare industria del fossile ha fatto avvitare la Basilicata. Ma anche l’irresponsabilità di chi ci governa: che non esita a mettere a repentaglio la salute, l’ambiente e beni comuni di altrettanto inestimabile valore (quali l’acqua, il vero oro bianco della Basilicata) in nome di un dissennato modello di sviluppo: la cui insostenibilità è certificata dalla miseria, dallo spopolamento e dalla desertificazione che affliggono della Basilicata. “Flash mob” come azione di gruppo di pochi minuti ma che tutti i cittadini angosciati dal futuro proprio e dei propri figli hanno sposato all’unisono. Perché senza la difesa e la tutela della salute e dell’ambiente, il petrolio serve solo ad arricchire poche multinazionali e ci lascia povertà e desolazione. 

Gianni Leggieri e Gianni Perrino
(consiglieri regionali M5S)

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