Aveva un volo prenotato da mesi per le Maldive e tutto avrebbe pensato di fare nel giorno dell’incauto addebito salvo che prendere la sua macchina in garage per andare a «sinistrarne» un’altra in viale del Basento a Potenza. E così è stato! Nessun incidente, nessuna auto danneggiata. Eppure, a distanza di un anno da quel fatidico giorno, un cittadino di Potenza si è visto recapitare una richiesta di risarcimento per presunti danni causati alla circolazione di altri veicoli proprio in quella stessa data in cui una banalissima ricevuta di una struttura ricettiva di Malè raccontava di un soggiorno alle Maldive piacevolmente consumato. Il classico tentativo di truffa, quello per cui il truffatore e il noto gruppo assicurativo, complice del misfatto, hanno fatto carte false pur di ottenere un ingiusto profitto. Una missiva con carta intestata, l’indicazione del giorno e anche dell’ora del sinistro, una dinamica neanche accennata, un breve e spasmodico flash sulle generalità della vittima prescelta con l’indicazione della targa della sua vettura e, subito, dopo al centro della pagina la richiesta esplicita di un ingente risarcimento. E il «giocone» sembrava bello e strutturato, peccato solo che l’auto corrispondente a quella targa e a quell’intestatario fosse saldamente parcheggiata nell’area parking di Roma-Fiumicino. Su questa vicenda hanno indagato gli organi di Polizia del capoluogo lucano e davvero esigue sono le prove raccolte a loro discolpa per il gruppo assicurativo e per il suo assicurato che all’unisono hanno messo a segno il tentativo di truffa. Una causa tutta documentale che metterà a dura resistenza la capacità di stare in giudizio delle due compagnie. Le truffe ai danni delle assicurazioni, è cosa nota, sono ormai all’ordine del giorno: che si tratti di falsi incidenti o dati volutamente errati, non c’è fine alla fantasia degli italiani. Ma quando a cadere nella tentazione della speculazione truffaldina sono le stesse Assicurazioni, tutto si fa davvero più complicato. Una recente sentenza della Cassazione ha affermato che, il solo tentativo di frode nei confronti dell’assicurazione auto, è reato. I falsi incidenti stradali sono, da sempre, una delle piaghe che maggiormente influisce sul premio della polizza nel nostro paese. Da una parte gli assicurati che pretendono un risarcimento e, dall’altra le compagnie che cercano di non farsi truffare. Un sistema che crea delle lungaggini burocratiche notevoli e porta le due parti a trovare un punto di accordo che non accontenta nessuno. E che nel caso di specie ha visto protagonista una terza parte in causa, con una credibilità e una tradizione assicurativa fortemente minate. Uno scossone giudiziario difficile da mandare giù con al bandolo richieste di risarcimento milionarie avanzate dalla stessa sede centrale nei confronti della succursale operante sul territorio oltre che dal privato vittima dell’intreccio.
Fonte: Articolo di Maria Ida Settembrino – La Gazzetta del Mezzogiorno