Dopo la morte di una donna di Picerno e di un uomo di Potenza al “San Carlo”. Sulla vicenda interessato il Governo

A porre al Ministro della Salute la questione della morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Carlo di Potenza di Angelina Croce in Venetucci, una donna di 70 anni di Picerno venuta a mancare dopo essere stata ricoverata e, pochi giorni dopo, di un professionista potentino, Antonio Tesoro, morto in circostanze analoghe è stata, con una interrogazione, l’on. Adriana Galgano del gruppo Civici e Innovatori. “Hanno destato sgomento – scrive il parlamentare – i recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto il reparto di rianimazione dell’ospedale San Carlo di Potenza”. Nel ricordare che la Procura di Potenza ha aperto un fascicolo d’indagine per appurare le reali cause della morte e che su disposizione del pubblico ministero Vincenzo Lanni è stata sequestrata la cartella clinica della donna, che era giunta in ospedale, l’on. Galgano ricorda nell’interrogazione che “all’origine della decisione della procura di avviare le indagini sul primo dei due casi, ci sarebbe la denuncia presentata dai familiari della donna che hanno lamentato di non aver avuto dai medici elementi chiari sulle cause della morte della loro congiunta. Il figlio, in particolare, si è recato al posto di polizia presente presso lo stesso nosocomio potentino raccontando che nessuno dei vari medici con cui aveva parlato dopo il decesso aveva indicato con chiarezza le cause della morte. A quanto raccontato dai familiari, gli stessi medici avrebbero parlato di valori tutti in regola da parte della loro congiunta, qualcuno avrebbe anche aggiunto che era stato fatto tutto quanto era possibile fare, ma i familiari non avrebbero compreso la causa del decesso”. L’on Galgano ha chiesto al Ministro della Salute “quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, affinché venga rapidamente fatta luce su entrambe le vicende, che potrebbero ledere nell’opinione pubblica l’ottima reputazione di una struttura, quella dell’ospedale di Potenza, che nel corso degli anni ha dato prova di efficacia e efficienza”. All’interrogazione ha risposto il sottosegretario Davide Faraone, sulla base – come ha precisato – dei soli elementi informativi pervenuti dalla Regione Basilicata che ha fornito le informazioni richieste sulla base delle notizie disponibili alla struttura essendo le cartelle cliniche dei due pazienti sotto sequestro da parte della magistratura. Nella risposta all’on. Galgano, il sottosegretario Faraone fa la cronistoria di quanto verificatosi dal ricovero dei due pazienti fino al loro decesso nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Carlo assicurando che “il Ministero della Salute si riserverà ogni opportuna iniziativa di competenza a tutela non solo della reputazione dell’ospedale di Potenza ma anche e soprattutto della salute dei cittadini che si servono e si serviranno di tale presidio ospedaliero. Noi continueremo a seguire la vicenda e – ha concluso il sottosegretario Faraone – chiediamo al Governo di fare quanto in suo potere perchè si arrivi ad una rapida e certa conclusione della vicenda”. La risposta del sottosegretario Faraone ha soddisfatto l’on. Galgano perchè – come ha precisato nella replica – “dalle sue parole, sottosegretario Faraone, si evince la collaborazione fattiva che si è instaurata tra l’ospedale di Potenza e la magistratura per chiarire le cause dei due decessi avvenuti nel reparto di rianimazione. Chiarezza che dobbiamo sia alle famiglie dei pazienti che hanno perso la vita sia a tutti i cittadini, che si rivolgono all’ospedale di Potenza, che hanno il diritto di sapere che saranno curati bene e con la massima attenzione”. “Anche nell’interesse dell’ospedale di Potenza, che  recentemente, è assunto agli onori della cronaca per il trattamento con successo di un doppio aneurisma, riportato dalle riviste specializzate anche a livello internazionale,  chiediamo al Governo – ha concluso l’on. Faraone –  di attivarsi  perché  quanto accaduto sia chiarito rapidamente. Noi di Civici e Innovatori continueremo a seguire la vicenda fino alla  conclusione certa del caso”.

Fonte: Ufficio Stampa Basilicata

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