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Credito e risparmi: in Basilicata i depositi superano i prestiti

“In Basilicata i depositi ammontano a quasi 10 miliardi di euro e superano di gran lunga l’entità complessiva dei prestiti concessi alla clientela residente in regione( piccole imprese e famiglie consumatrici) e che si attesta a 6 miliardi e 823 milioni di euro, una tendenza che trova analogo riscontro nelle altre regioni meridionali, ma non nel Centro-Nord del Paese, dove sono i prestiti, pari a poco meno di 1611miliardi di euro a superare nettamente i depositi fermi a 959 miliardi”. A dichiararlo, in una nota, è Michele Napoli, Presidente del Gruppo Consiliare Forza Italia della regione Basilicata sulla base delle rilevazioni della Banca d’Italia e dell’indagine dell’ACRI sugli “ Italiani e il risparmio”. “Se al Sud a fine agosto di quest’anno”, prosegue Napoli , “ Si registrano 295 miliardi di depositi a fronte di 271 miliardi di prestiti, laddove nel resto del Paese questo rapporto depositi-impieghi si inverte e si riscontra un ammontare dei prestiti superiore a quello dei depositi significa che con i risparmi delle famiglie e degli imprenditori del Mezzogiorno d’Italia si finanziano le imprese del Centro-Nord, un aspetto non secondario del divario esistente tra le due aree del Paese e che sarebbe giusto tenere in considerazione quando si parla di residuo fiscale”. “La Basilicata”, aggiunge l’esponente di Forza Italia, “ Fa registrare un surplus di depositi rispetto agli impieghi pari ad oltre 3 miliardi di euro, risorse che è fondamentale mobilizzare  perchè  possono rappresentare il carburante attraverso cui far ripartire in maniera strutturale la nostra macchina produttiva regionale, fatta per lo più di piccole aziende, per le quali il finanziamento bancario rappresenta l’unica fonte di credito”. “La lieve crescita dei prestiti bancari nella nostra regione rilevata dall’ultimo aggiornamento congiunturale di Banca d’Italia”, conclude Napoli, “Soddisfa solo in parte le esigenze delle imprese lucane, costrette, da molti, troppi anni, a misurarsi con il fenomeno della stretta creditizia, oltre che a dover corrispondere tassi di interesse più severi di quasi 2 punti percentuali  rispetto a quelli che sono applicati alle imprese del Nord del Paese”

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