Cura dei tumori al seno, Basilicata tra le Regioni in ritardo sulle linee guida nazionali

POTENZA  – Un modello di assistenza specializzato nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne con tumore al seno, dove la gestione del percorso della paziente è affidato a un gruppo multidisciplinare di professionisti dedicati e con esperienza specifica in ambito senologico: è la cosiddetta “Breast Unit senologica”, che l’Unione europea e l’Italia, attraverso un regolamento approvato nel 2012 dalla Conferenza Stato Regioni, ritengono essenziali per la presa in carico multidisciplinare delle pazienti affette da neoplasia mammaria attraverso le unità mammarie interdisciplinari. Le donne trattate nei centri multidisciplinari di senologia hanno una percentuale di sopravvivenza più alta del 18 per cento rispetto a chi si cura in strutture non specializzate. Con una interrogazione presentata nei giorni scorsi, il consigliere regionale del Gruppo misto Giannino Romaniello chiede al presidente della Regione e all’assessore alle Politiche della persona quali ragioni hanno impedito alla nostra Regione di recepire le linee di indirizzo validate dalla Conferenza Stato – Regioni, e rientrare fra le Regioni virtuose considerato che la Basilicata è stata la prima Regione ad avviare programmi di screening finalizzati alla prevenzione. Romaniello sostiene che dal monitoraggio curato da “Europa Donna Italia” risulta che sette Regioni hanno legiferato recependo le linee di indirizzo validate dalla Conferenza Stato Regioni ed indentificando con delibera le strutture destinate a far parte della rete regionale (Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta e Veneto), quattro sono le Regioni che hanno recepito le linee di indirizzo ma non hanno ancora indicato le strutture preposte (Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria), mentre sono addirittura 10 le Regioni che non hanno recepito le linee di indirizzo (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino); Romaniello fa notare inoltre che nella nostra regione già sono stati attivati screening oncologici, ed anche a seguito alle forti sollecitazioni del mondo delle associazioni e della Commissione pari opportunità lo screening mammografico è stato esteso alle donne sotto i 45 anni e innalzato ai 74.

Fonte: Il Quotidiano del Sud

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