Ha rischiato un provvedimento disciplinare per aver chiamato un collega di notte durante una doppia emergenza in sala operatoria, costringendo l’azienda a pagare lo straordinario. Un infermiere è il protagonista dell’ennesima «frizione» (per usare un eufemismo) all’interno dell’ospedale San Carlo di Potenza. Nulla in confronto ai «veleni» di Cardiochirurgia sfociati in tribunale, ma è comunque un caso che fa discutere all’interno del nosocomio. I fatti. Durante il turno di notte era in corso un intervento chirurgico mentre si sviluppava un’altra emergenza che gli infermieri in quel momento non potevano gestire contemporaneamente. Non c’era tempo da perdere e l’infermiere decise di chiamare il collega reperibile per l’urgenza. Di qui la dura reazione del primario, accusandolo di aver preso una decisione che non gli spettava: «Usò toni aspri nei miei confronti – racconta l’infermiere – e mi disse, gridando, che avrebbe avviato un procedimento disciplinare nei miei confronti. Gli risposi che poteva fare la segnalazione all’ufficio disciplinare ma doveva smetterla di avere un comportamento offensivo e irrispettoso nei miei confronti». A distanza di circa un mese dall’accaduto, la segnalazione del caso è arrivata sul tavolo dell’ufficio di disciplina per il personale del comparto. La risposta? L’infermiere non va punito: «Il comportamento del dipendente – si legge nella nota in risposta alla segnalazione – pur contrastando con i criteri di responsabilità organizzativa, parrebbe ictu oculi posto in essere con eccesso di zelo e con l’intenzione di rendere un servizio tempestivo nell’interesse dell’utenza». In altre parole, l’infermiere – che ha contro-denunciato il primario chiedendo un provvedimento disciplinare a suo carico – avrebbe agito, superando le gerarchie, solo per risolvere un’emergenza e, quindi, per tutelare la salute di un paziente.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno