Dagli ultimi interventi sui quotidiani, sembra che in Basilicata vengano scoperti definitivamente “bus e treno come mezzi di trasporto”. Un solo dato per chiarezza di informazione: nel 2017 i km/bus effettuati in Basilicata e pagati dalla Regione sono stati circa 31 milioni contro i 2 milioni 700mila km/treno effettuati da Fal e Trenitalia. Si accenna ad una sorta di gara tra treno e bus. E’ più veloce il bus o il treno? E’ più costoso il treno o il bus? E’ più inquinante il bus o il treno? La necessità per i lucani non sta in questa sorta di gara tra treno e bus ma nell’avere un efficientamento dei servizi di trasporto e quindi un’intermodalità che coniughi due o più mezzi di trasporto cercando di creare un servizio efficiente ed efficace. L’enfasi che è stata data al treno con l’avvento del Frecciarossa 1000 di Trenitalia, è servita ben poco a rilanciare quanti più mezzi di trasporto per i lucani. Operazione che è servita alla sola impresa ferroviaria “Trenitalia” a rilanciare il proprio brand e la propria attività in Basilicata e nella fattispecie su una tratta ferroviaria sulla quale nessuno aveva mai scommesso, nonostante i vari solleciti della politica ed i vari finanziamenti a Rete Ferroviaria Italiana per ammodernare e velocizzare l’attuale tracciato della Potenza-Battipaglia. Ad oggi, per percorrere il breve tratto di strada ferrata lungo 111 km, ci vogliono ancora 2 ore e la si promuove in termine di velocizzazione pur non avendo apportato alcuna modifica all’attuale tracciato se non quelle di migliorare incroci e coincidenze. Immaginiamo un pò se avessero ammodernato, in questi ultimi dieci anni l’attuale tracciato, i tempi di percorrenza sarebbero scesi al di sotto dei 60 minuti. Ma nonostante tutto, ad oggi, non ci è dato sapere perché non è stato dato corso all’ammodernamento e alla velocizzazione della Potenza-Battipaglia. Di chi la responsabilità oltre a quella della politica? A chi spettava controllare? Se da un lato l’impresa ferroviaria “Trenitalia” si rilancia dall’altro lato l’istituzione Regione con l’assessorato regionale alle infrastrutture, mobilità e trasporti è in totale fase di stallo. Ad agosto 2017 veniva firmato il decreto di riparto ed erogazione risorse sul rinnovo del materiale rotabile ferroviario per servizi di trasporto regionale. A distanza di otto mesi da quella firma, ancora non si conoscono nè i contenuti del piano di investimenti per l’acquisto di materiale rotabile, nè il cronoprogramma, nè il totale delle risorse disponibili (Fondo nazionale ex comma 866 art.1 l. 208/2015 – Fondi Regionali – Fondi Fsc 2014-2020 e “Addendum”). Entro il 2017 si sarebbe dovuto predisporre il Piano dei Trasporti di Bacino e tutti i servizi di Tpl su gomma sarebbero dovuti andare a gara. Chiediamo di conoscere dal 2008 ad oggi quanti studi sono stati commissionati dall’assessorato regionale alle infrastrutture e trasporti sull’integrazione vettoriale e sull’intermodalità. Presumiamo diversi e perché non sono stati attuati in questi dieci anni? In che modo è stata definita l’integrazione funzionale e tariffaria che avrebbe dovuto garantire adeguati livelli di servizio anche ai territori più svantaggiati? Diversamente da quanto affermato, in termini di offerta km/treno non abbiamo notato alcun segnale di discontinuità rispetto al passato. E’ nostra convinzione che un’accurata programmazione e un’attenta integrazione dei due mezzi di trasporto possano finalmente dare alla Basilicata un servizio di trasporto pubblico efficiente ed efficace, sempre che, ci sia quella volontà politica di far funzionare le cose come nelle altre regioni.