Con “Scuola Amica” Unicef è da molti anni nelle scuole per educare alla cittadinanza responsabile le giovani generazioni
In qualità di presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza ogni mese incontro centinaia di studenti piccoli e grandi e ogni volta mi appassiona la loro vivacità intellettuale, la loro curiosità, la voglia di capire quello che nel mondo sta avvenendo. Anche in queste due ultime settimane, molto intense per la campagna orchidea Unicef 2018 “Per ogni bambino sperduto”, che ha raccolto fondi per i minori stranieri non accompagnati che sono stati accolti in Italia e che continuano a sbarcare sulle nostre coste, ho incontrato gli alunni delle quarte e quinte della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Domenico Savio” di Potenza e i ragazzi della scuola media di Vietri di Potenza. Chiedo loro “se sono connessi” e parto con la domanda “Cosa sono i diritti? “. I diritti, mi rispondono “sono cose che ci spettano” e mettono al primo posto i più grandi, come è accaduto a Vietri il diritto al lavoro. E raccontano dei loro amici più grandi che con il diploma e alcuni con la laurea sono costretti ad emigrare al nord e all’estero per realizzare i loro sogni. E quando domando “quali sono i vostri sogni? “mi dicono che vogliono diventare non solo calciatori, molti, ma veterinari, medici, ingegneri e un ragazzo ha detto sicuro” Voglio inventare nuove “app”. Subito gli ho chiesto di darmi una mano con il computer e dal canale youtube dell’Unicef abbiamo conosciuto i duecento bambini soldato che l’Unicef ha riscattato la settimana scorsa in Sud Sudan e avviato verso la rieducazione e l’istruzione. Hanno ascoltato lo sfogo di Haisha, sposa bambina che ha nostalgia della scuola e delle amiche e il racconto di Oumar che è scappato dalla guerra in Niger per finire nelle mani dei trafficanti di uomini in Libia, ha attraversato il Mediterraneo e spera di avere un futuro ora che è finalmente sbarcato in Italia. I ragazzi di quarta e quinta elementare della Domenico Savio di Potenza hanno scoperto che ogni giorno muoiono nel mondo 7.000 neonati nel loro primo mese di vita per cause prevenibili e curabili. Questo significa che mentre mi state leggendo, una mamma sta soffrendo per la perdita del suo bambino. Il dolore per queste perdite è inimmaginabile. Ma si può prevenire. Le soluzioni si chiamano: personale ostetrico qualificato durante il parto, presidi sanitari puliti, allattamento nelle prime ore di vita e buona nutrizione delle madri. Otto dei dieci luoghi più pericolosi per nascere si trovano in Africa Subsahariana, dove le donne in gravidanza hanno probabilità molto inferiori di ricevere assistenza durante il parto a causa di povertà, conflitti e istituzioni deboli. Se ogni paese portasse il suo tasso di mortalità neonatale alla media dei paesi ad alto reddito entro il 2030, potrebbero essere salvate 16 milioni di vite. L’Unicef lavora ogni giorno per garantire tutto questo, perchè “Ogni bambino è VITA”. E anche gli alunni della “Domenico Savio” di Potenza vedono e commentano i video delle scuole nei campi profughi che l’Unicef assicura, le sue campagne di vaccinazioni, la costruzione di pozzi. E al termine di ogni incontro fanno la loro parte: hanno raccolto in classe contributi per le campagne dell’Unicef che mi consegnano con orgoglio e tornano in classe soddisfatti perché consapevoli di aver fatto la loro parte per assicurare un futuro migliore ai più poveri.
Elvira lenzi
Viva i bambini.