Essere mamma in Italia è sempre più difficile, con differenze il Nord, sempre più virtuoso come Trento e Bolzano, e il Sud, spesso carente di servizi e di sostegno alla maternità, con la Campania come fanalino di coda. Nel Belpaese si diventa mamme sempre più tardi e si fanno sempre meno figli. Il tasso di disoccupazione delle donne, ed in particolare delle mamme, è tra i più alti in Europa, ci sono discriminazioni radicate nel mondo del lavoro, un forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri e poche possibilità di conciliare gli impegni domestici con l’occupazione, a partire dalla scarsissima offerta di servizi educativi per l’infanzia. È il quadro che emerge dall’analisi di Save the Children «Le Equilibriste: la maternità in Italia», diffuso in occasione della Festa della mamma, da cui appare evidente una condizione ancora molto critica, ma soprattutto, come afferma l’organizzazione internazionale che dal 1919 si occupa di salvare bambini, la situazione delle mamme è ancora ferma a molti anni fa e mancano miglioramenti strutturali, soprattutto al Sud. L’Italia è in vetta alla classifica europea per anzianità delle “donne al primo parto” con una media di 31 anni: il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattiva. La classifica delle regioni vede le Province autonome di Bolzano e Trento al primo e secondo posto (seguite da Valle D’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte) che non solo conservano negli anni il primato ma lo migliorano. Emblematico, al contrario, il caso dell’Emilia-Romagna che passa da una prima posizione nel 2008 ad una quarta nel 2018. Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione «mother friendly» e perde due posizioni rispetto al 2008, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Fonte: Il Quotidiano del Sud