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La musica per svegliare le coscienze. Celebrata a San Fele la “Giornata Mondiale del rifugiato”

Alle cinque del pomeriggio, sabato 30 giugno, le strade di San Fele improvvisamente si animano. La musica allegra di “Oyo come va” saluta le strade linde e i vicoli stretti che risplendono per i vasi di ortensie che brillano al sole caldo di un pomeriggio finalmente assolato.Sono i ventuno giovanissimi della “Contour Band Juonior” di Noicattaro, guidati con piglio sicuro da Margherita Di Pierro che danno fiato ai loro sax e trombe, che battono sui tamburi e le grancasse e accennano passi di danza. Con loro Kassim, Felix, Abubacar… i quindici ragazzi del Senegal, Costa D’Avorio, Nigeria, Mali, Egitto dello SPRAR Ubuntu e i quattro del progetto Fami 1288 Ciao che le cooperative Novass, I colori dell’Iride ed Eurisa portano avanti con i Minori stranieri non accompagnati ospiti a San Fele e Rapone. E’ importante che l’Amministrazione Comunale di San Fele con il suo sindaco Donato Sperduto ha voluto festeggiare il 30 giugno la Giornata Mondiale del rifugiato. Dal 2015 questo piccolo paese della Basilicata accoglie centinaia di ragazzi che fuggono dalla guerra e dalla fame e portano sul loro corpo i segni delle torture che hanno subito nelle carceri in Libia e nel cuore la nostalgia della famiglia lontana. Kassim ha superato l’esame di terza media con la media del sette e vuole fare il medico. Felix è stato promosso in terza media con la media dell’otto. Altri tre ragazzi hanno frequentato il corso serale a Rionero e hanno preso la terza media. Il Comitato Provinciale dell’Unicef di Potenza con il suo giovane del servizio civile Giuseppe Russo li segue e ha raccontato nel docu-film “Fratelli” la loro storia. Nei giorni in cui il nostro ministro dell’interno ha vietato l’approdo alla nave Aquarius carica di bambini, di donne molte delle quali stuprate, di uomini torturati che vomitano in continuazione perché non sono abituati a navigare. Nei giorni in cui i nostri porti sono chiusi più o meno come i nostri cuori che se proprio non del tutto chiusi sono comunque indifferenti. Nei giorni in cui muoiono in mare centinaia di persone e rivediamo le immagini di tre bambini di meno di un anno che vengono portati a riva privi di vita con i loro vestitini rossi (le madri avevano pensato di renderli così più visibili nel buio della notte della fuga in mare) fa bene San Fele a svegliare le nostre coscienze con la musica della banda. Si attraversa tutto il paese, molti si affacciano ai balconi e sorridono, ci si ferma nelle piazze. Intorno alle 19,00 si arriva in piazza Nocicchio. I ragazzi hanno preparato un grande tavolo per mostrare fiori di carta, cornici, specchi, quadri che raccontano i paesi d’origine, la bellezza degli scorci del paese. Questi oggetti sono il frutto dei laboratori artigianali e di decoupage che sono stati portati avanti nel corso di questi mesi. Non mancano i dolci e i rustici. La piazza si anima, il sindaco saluta e ringrazia la popolazione solidale da tre anni con questi giovani. Ringrazia i papà e le mamme che hanno deciso di fare da tutor a questi ragazzi. Ringrazia gli uomini e le donne delle cooperative che con tanta passione e impegno aiutano queste persone a costruire un futuro. Il gruppo folcloristico di San Fele “Vultur Folk” fa cantare e ballare accendendo la speranza. Ricordiamo il monito di Gunter Anders: “Un’umanità che tratta il mondo come un mondo da buttare via, finirà per trattare se stessa come un’umanità da buttare via” e facciamo tutti la nostra parte perché questo non accada.

Mario Coviello
presidente del Comitato Provinciale Unicef

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