E’ indagato per addestramento ed attività con finalità di terrorismo anche internazionale il 29enne cittadino macedone, Agim Miftarov, arrestato questa mattina dai Carabinieri del Ros di Potenza. Il macedone si trovava ospite nel potentino, nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Palazzo San Gervasio, dove era stato trasferito lo scorso 27 aprile a seguito di una perquisizione personale e domiciliare, disposta nell’ambito dell’operazione “Alba”. L’arresto è stato richiesto dal Gruppo Specializzato Delitti contro la Personalità dello Stato della Procura della Repubblica di Roma, con il Gip di Potenza che ha poi disposto la misura cautelare in carcere. SI tratta di una indagine dettagliata, iniziata nel 2009, condotta dai carabinieri del Ros, finalizzata ad identificare i profili social in uso a soggetto a rischio di radicalizzazione jihadista. Sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli investigatori i profili con materiale di propaganda ricondicibili ad organizzazione terroristiche. Il profilo Facebook di Agim Miftari conteneva fotografie di terroristi armati e di gruppi terroristici. Il 29enne macedone viveva tra la Macedonia e l’Italia, dove prestata attività lavorativa nel settore della selvicoltura. Osservato al suo ritorno in Italia nel novembre 2017, i carabinieri hanno scoperto la sua passione per le armi e i suoi interessi sulle attività dell’auto-proclamato “Stato Islamico”. Visionava video addestrativi –circa 900- sull’uso e sulle potenzialità delle armi da guerra, di quelle in commercio e di quelle bianche. Il macedone lo scorso aprile voleva lasciare l’Italia, ma i militari lo hanno perquisito e hanno scoperto, presso il suo domicilio, abbigliamento militare. Secondo gli investitagori, Miftarov si stata auto-addestrando in vista di eventuali future iniziative terroristiche, anche in aree di crisi come la Siria, come testimoniano molti filmati da lui visionato. L’uomo si trova in carcere e dovrà difendersi dall’accusa di “addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale”, reato previsto e punito dall’art. 270 quinquies del codice penale.
Claudio Buono